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Signora M. Campatelli - Papa Francesco - 15 settembre 2023 |
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Dal foglio ufficiale delle udienze del Papa, ieri, venerdì 15 settembre, risulta che Francesco ha ricevuto nello studio del Palazzo apostolico la signora Maria Campatelli. Non si aggiunge niente altro. Poi, in mattinata è stata anche distribuita dal Vaticano una foto in cui si vede la signora Campatelli seduta di fronte a Papa Francesco.
Tutto normale, come da protocollo? No! Per niente.
Tutto normale, come da protocollo? No! Per niente.
Si tratta invece di una fotografia molto forte e dolorosa perché fagocita nell’apparente normalità degli incontri privati e ufficiali del Pontefice qualcosa di molto amaro e infausto per i cattolici, per "il santo e fedele Popolo di Dio", come ama dire il Pontefice. Invece sarebbe stato molto ma molto diverso se al posto di Maria Campatelli – oppure insieme a lei (perché no?) – davanti al Santo Padre fossero state sedute a parlare con lui numerose donne consacrate abusate da padre Rupnik ripetutamente e, in alcuni casi, con modalità ripugnanti.
La foto di Papa Bergoglio con la signora Campatelli è un schiaffo a queste donne, anche perché si è voluto far sapere e far vedere questo incontro. E' stato un gesto volontario e anche un messaggio.
Campatelli e Rupnik
La signora Campatelli in molti ambienti, in quanto teologa, è piuttosto conosciuta nonché discussa. Ebbe anche una notorietà nel caso dell'ex gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, fondatore del Centro Aletti. La signora, insieme ad altre 8 donne consacrate, appartiene a questo centro di spiritualità guidato fino ad alcune settimane fa dal famoso mosaicista, espulso (dimesso) dalla Compagnia di Gesù lo scorso 16 giugno perché accusato, processato e condannato per gravi violenze sessuali e psicologiche su numerose donne durante 30 anni. È accusato soprattutto di aver perdonato in confessione una sua complice, sufficiente per estromettersi dalla Chiesa.
Maria Campatelli, a nome dell'intero gruppo di 16 persone (9 consacrate e 7 presbiteri) capeggiò pubblicamente la difesa di padre Rupnik e firmò una "lettera agli amici" del Centro Aletti per sostenere che il loro direttore era vittima di una persecuzione. Ovviamente, l'ormai famigerata lettera non diceva una sola parola sulle vittime.
Come già detto, vedere questa teologa a colloquio con il Papa sapendo che con la sua firma Francesco tolse all'ex gesuita abusatore seriale, nella seconda metà del maggio 2020, la scomunica, fa rabbrividire. Questa vicenda orrenda riguarda un sacerdote sloveno che è stato capace per anni di usare il suo denaro, la sua fama artistico-spirituale, le sue amicizie potenti e le sue abilità manipolatorie per abusare di consacrate per decenni e farla franca sempre, anche nel caso della scomunica. Marko Ivan Rupnik ha potuto arrivare alla sua attuale situazione, tuttora sacerdote, perché è stato sempre protetto.
La vicenda di questo ex gesuita cominciò con le prime denunce nel 2018. Ma solo dopo, dal 2020 in avanti, ci furono diverse inchieste e processi: della Compagnia di Gesù e del Dicastero per la Dottrina della Fede. Dal dicastero arrivò una sentenza pesantissima: scomunica latae sententiae. Il Papa, nel giro di 14/15 giorni cancellò questa scomunica e, come ricordato, non parlò mai sulla vicenda. D'allora ad oggi, i giornalisti che sono stati vicini a lui in diverse circostanze, non hanno mai riferito commenti del Santo Padre sulla delicatissima questione. Silenzio tombale.
Le cose sono solo due: o hanno scelto di non fare domande scomode a Papa Bergoglio (e questo pone molti interrogativi sulla stampa) oppure è stato vietato ai giornalisti porre questo tema al Pontefice (e ciò interroga sul rapporto della Chiesa con la verità).
La foto di Papa Bergoglio con la signora Campatelli è un schiaffo a queste donne, anche perché si è voluto far sapere e far vedere questo incontro. E' stato un gesto volontario e anche un messaggio.
Campatelli e Rupnik
La signora Campatelli in molti ambienti, in quanto teologa, è piuttosto conosciuta nonché discussa. Ebbe anche una notorietà nel caso dell'ex gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik, fondatore del Centro Aletti. La signora, insieme ad altre 8 donne consacrate, appartiene a questo centro di spiritualità guidato fino ad alcune settimane fa dal famoso mosaicista, espulso (dimesso) dalla Compagnia di Gesù lo scorso 16 giugno perché accusato, processato e condannato per gravi violenze sessuali e psicologiche su numerose donne durante 30 anni. È accusato soprattutto di aver perdonato in confessione una sua complice, sufficiente per estromettersi dalla Chiesa.
Maria Campatelli, a nome dell'intero gruppo di 16 persone (9 consacrate e 7 presbiteri) capeggiò pubblicamente la difesa di padre Rupnik e firmò una "lettera agli amici" del Centro Aletti per sostenere che il loro direttore era vittima di una persecuzione. Ovviamente, l'ormai famigerata lettera non diceva una sola parola sulle vittime.
Come già detto, vedere questa teologa a colloquio con il Papa sapendo che con la sua firma Francesco tolse all'ex gesuita abusatore seriale, nella seconda metà del maggio 2020, la scomunica, fa rabbrividire. Questa vicenda orrenda riguarda un sacerdote sloveno che è stato capace per anni di usare il suo denaro, la sua fama artistico-spirituale, le sue amicizie potenti e le sue abilità manipolatorie per abusare di consacrate per decenni e farla franca sempre, anche nel caso della scomunica. Marko Ivan Rupnik ha potuto arrivare alla sua attuale situazione, tuttora sacerdote, perché è stato sempre protetto.
La vicenda di questo ex gesuita cominciò con le prime denunce nel 2018. Ma solo dopo, dal 2020 in avanti, ci furono diverse inchieste e processi: della Compagnia di Gesù e del Dicastero per la Dottrina della Fede. Dal dicastero arrivò una sentenza pesantissima: scomunica latae sententiae. Il Papa, nel giro di 14/15 giorni cancellò questa scomunica e, come ricordato, non parlò mai sulla vicenda. D'allora ad oggi, i giornalisti che sono stati vicini a lui in diverse circostanze, non hanno mai riferito commenti del Santo Padre sulla delicatissima questione. Silenzio tombale.
Le cose sono solo due: o hanno scelto di non fare domande scomode a Papa Bergoglio (e questo pone molti interrogativi sulla stampa) oppure è stato vietato ai giornalisti porre questo tema al Pontefice (e ciò interroga sul rapporto della Chiesa con la verità).