(Tonino Solarino - a cura Redazione "Il sismografo") Il processo al card. Becciu ha visto nella scorsa settimana la "requisitoria show" di Diddi contro il card. Becciu e gli altri. È evidente che Diddi non è un seguace di Cesare Beccaria. Non sembra, infatti proteso alla ricerca della verità e della giustizia, come il suo ruolo di promotore di giustizia vorrebbe. È apparso, piuttosto, esclusivamente interessato a far prevalere il suo teorema e a difendere la sua credibilita. Il cosiddetto promotore di giustizia nella sua requisitoria ha tenuto in pochissimo conto le testimonianze emerse nelle decine di udienze ( mi pare 67) ed è sembrato più intento a sporcare la dignità del card. Becciu, con allusioni a tratti volgari e con una richiesta di condanna abnorme e ingiustificata, che a portare prove convincenti.
A Natale, probabilmente, avremo la sentenza.
Intanto, fin qui sono trascorsi quasi 3 anni in cui il card. Becciu è stato dipinto come il peggiore dei delinquenti. Lo hanno accusato di tutto e di più. Hanno accusato Becciu d'aver tramato contro il card. Pell e di aver mandato soldi per pagare testimoni che lo accusassero. E' emerso che era una accusa totalmente falsa, infondata e miserabile.
Lo hanno accusato di aver ostacolato la beatificazione di Moro, alludendo a richieste improprie di denaro per poter procedere nell’iter canonico. Era un'accusa falsa, infondata e miserabile.
L'hanno accusato d'aver usato i soldi dell'Obolo di San Pietro. Un'accusa per farlo apparire in modo subdolo come un "ladro delle risorse dei poveri". Accusa infondata, falsa, e miserabile come le altre.
L'hanno accusato d'aver arricchito i suoi parenti. Non c'è traccia di soldi transitati da alcuna fonte ai fratelli del cardinale. Nella dura requisitoria Diddi non ha potuto portare uno straccio di prova per dimostrare "queste elargizioni" ai fratelli. Ha testimoniato, inoltre, il vescovo di Ozieri che i soldi sono stati utilizzati per progetti per i poveri.
L'hanno accusato di aver investito sull’acquisto del palazzo di Londra. È emerso che non era un cattivo investimento e che in ogni caso la proposta di acquisto, come da prassi consolidata, era stata fatta dai tecnici della segreteria di stato e che della disastrosa e pasticciata vendita non si è occupato il card. Becciu come ha testimoniato, in modo onesto e autorevole, il suo successore alla segreteria di stato Pèna Parra.
Rimane da dimostrare se la voragine di milioni sia da addebitare all’acquisto o alla frettolosa e insensata vendita avvenuta mentre lo scandalo ne aveva deprezzato il valore immobiliare. Dio non voglia che per portare a termine il progetto di criminalizzazione del cardinale, la voragine di soldi sia dovuta agli stessi uffici giudiziari del Vaticano! E lascia senza parole che mons. Perlasca, autore principale del pasticcio del palazzo di Londra e principale accusatore del cardinale, sia rimasto fuori dal processo e viva protetto a santa Marta.
Hanno accusato Becciu di aver fatto pressioni intimidatorie sul vescovo di Como ( ora cardinale) contro Perlasca. Il vescovo di Como ha smentito qualsiasi pressione intimidatoria.
E' stato accusato di aver pagato la Marogna, che in modo volgare è stata presentata da alcuni giornaloni come la dama/ amante di Becciu, ed è emerso che è stato il Papa ad autorizzare il pagamento per i servizi finalizzati alla liberazione di una suora rapita in Mali.
E' stato appurato al processo che il testimone che accusava Becciu, mons. Perlasca, era manipolato dalla pregiudicata Chaouqui e dalla Ciferri, senza che il Tribunale abbia ritenuto di approfondire. Anzi l'interrogatorio della Chaouqui in calendario per il 16 febbraio è stato improvvisamente e inspiegabilmente cancellato. Inoltre, in maniera altrettanto incredibile e incomprensibile, le chat tra Perlasca, la Chaouqui e la Ciferri sono state quasi tutte segretate.
Se a tutto questo aggiungiamo, come già evidenziato altrove, che il diritto alla presunzione di innocenza è stato calpestato a più riprese, allora capiamo come mai autorevoli osservatori esterni abbiano parlato di "crocifissione preventiva". Se aggiungiamo che quattro rescripta papali hanno cambiato le regole in corso d'opera. Se aggiungiamo che la documentazione istruttoria è stata depositata solo parzialmente, calpestando così diritti inalienabili della difesa, emerge dolorosamente che
c'è un problema enorme di giustizia e di... misericordia in Vaticano!
Non è possibile che su fatti così eclatanti si continui a girare la testa dall'altra parte e che autorevoli esponenti del diritto ecclesiastico, nella Santa Sede come nelle Università Pontificie, tacciano per omertà o per paura di ritorsioni per le conseguenze del gridare sui tetti la verità.
Cosī come non è possibile che si chieda alle persone, come è stato fatto con frate Enzo Bianchi, di restare in croce e di non scendere.
A Natale, probabilmente, avremo la sentenza.
Intanto, fin qui sono trascorsi quasi 3 anni in cui il card. Becciu è stato dipinto come il peggiore dei delinquenti. Lo hanno accusato di tutto e di più. Hanno accusato Becciu d'aver tramato contro il card. Pell e di aver mandato soldi per pagare testimoni che lo accusassero. E' emerso che era una accusa totalmente falsa, infondata e miserabile.
Lo hanno accusato di aver ostacolato la beatificazione di Moro, alludendo a richieste improprie di denaro per poter procedere nell’iter canonico. Era un'accusa falsa, infondata e miserabile.
L'hanno accusato d'aver usato i soldi dell'Obolo di San Pietro. Un'accusa per farlo apparire in modo subdolo come un "ladro delle risorse dei poveri". Accusa infondata, falsa, e miserabile come le altre.
L'hanno accusato d'aver arricchito i suoi parenti. Non c'è traccia di soldi transitati da alcuna fonte ai fratelli del cardinale. Nella dura requisitoria Diddi non ha potuto portare uno straccio di prova per dimostrare "queste elargizioni" ai fratelli. Ha testimoniato, inoltre, il vescovo di Ozieri che i soldi sono stati utilizzati per progetti per i poveri.
L'hanno accusato di aver investito sull’acquisto del palazzo di Londra. È emerso che non era un cattivo investimento e che in ogni caso la proposta di acquisto, come da prassi consolidata, era stata fatta dai tecnici della segreteria di stato e che della disastrosa e pasticciata vendita non si è occupato il card. Becciu come ha testimoniato, in modo onesto e autorevole, il suo successore alla segreteria di stato Pèna Parra.
Rimane da dimostrare se la voragine di milioni sia da addebitare all’acquisto o alla frettolosa e insensata vendita avvenuta mentre lo scandalo ne aveva deprezzato il valore immobiliare. Dio non voglia che per portare a termine il progetto di criminalizzazione del cardinale, la voragine di soldi sia dovuta agli stessi uffici giudiziari del Vaticano! E lascia senza parole che mons. Perlasca, autore principale del pasticcio del palazzo di Londra e principale accusatore del cardinale, sia rimasto fuori dal processo e viva protetto a santa Marta.
Hanno accusato Becciu di aver fatto pressioni intimidatorie sul vescovo di Como ( ora cardinale) contro Perlasca. Il vescovo di Como ha smentito qualsiasi pressione intimidatoria.
E' stato accusato di aver pagato la Marogna, che in modo volgare è stata presentata da alcuni giornaloni come la dama/ amante di Becciu, ed è emerso che è stato il Papa ad autorizzare il pagamento per i servizi finalizzati alla liberazione di una suora rapita in Mali.
E' stato appurato al processo che il testimone che accusava Becciu, mons. Perlasca, era manipolato dalla pregiudicata Chaouqui e dalla Ciferri, senza che il Tribunale abbia ritenuto di approfondire. Anzi l'interrogatorio della Chaouqui in calendario per il 16 febbraio è stato improvvisamente e inspiegabilmente cancellato. Inoltre, in maniera altrettanto incredibile e incomprensibile, le chat tra Perlasca, la Chaouqui e la Ciferri sono state quasi tutte segretate.
Se a tutto questo aggiungiamo, come già evidenziato altrove, che il diritto alla presunzione di innocenza è stato calpestato a più riprese, allora capiamo come mai autorevoli osservatori esterni abbiano parlato di "crocifissione preventiva". Se aggiungiamo che quattro rescripta papali hanno cambiato le regole in corso d'opera. Se aggiungiamo che la documentazione istruttoria è stata depositata solo parzialmente, calpestando così diritti inalienabili della difesa, emerge dolorosamente che
c'è un problema enorme di giustizia e di... misericordia in Vaticano!
Non è possibile che su fatti così eclatanti si continui a girare la testa dall'altra parte e che autorevoli esponenti del diritto ecclesiastico, nella Santa Sede come nelle Università Pontificie, tacciano per omertà o per paura di ritorsioni per le conseguenze del gridare sui tetti la verità.
Cosī come non è possibile che si chieda alle persone, come è stato fatto con frate Enzo Bianchi, di restare in croce e di non scendere.
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