Fonti vaticane confermano l'Udienza di Papa Francesco al Presidente di Cuba Miguel Díaz-Canel fra una settimana. Il Pontefice riprenderà gradualmente le sue attività dal 18 giugno. Dopo il governante cubano, riceverà il Presidente brasiliano Luiz Inácio "Lula" da Silva il 21 giugno.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Martedì 20 giugno, nel corso della mattina, in Vaticano, il Santo Padre riceverà in Udienza il Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel (63 anni), rieletto il 19 aprile scorso per un secondo e ultimo mandato. Il governante cubano nel corso della mattinata sarà ricevuto anche al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella e poi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. La tappa di Roma di Miguel Díaz-Canel, con accanto Lis Cuesta Peraza, "sposa accompagnante" (a Cuba non esiste la codificazione culturale First Lady per la moglie del Presidente) durerà poche ore. Il viaggio lo porterà poi in Francia dove prenderà parte all'importante Vertice mondiale, sponsorizzato da Emanuel Macron, per raggiungere un "Nuovo Patto Finanziario Internazionale", il 22 e 23 giugno a Parigi.
Miguel Díaz-Canel, nato nel 1960, è il terzo Presidente di Cuba dal trionfo nel 1959 della Rivoluzione cubana contro la dittatura di Fulgencio Battista. Prima di lui governò l'Isola caraibica, con diversi titoli, Fidel Castro (1959 - 2008) e successivamente Raúl Castro (2008-2018), attualmente ultranovantenne.
Fidel incontrò tre Papi: s. Giovanni Paolo II, in Vaticano (1996) e a La Habana (1998). Poi incontrò Benedetto XVI sempre a La Habana - già ex Presidente - nella sede della Nunziatura (2012) e infine Francesco che si recò a casa sua quando già anziano e malato (2015).
Miguel Díaz-Canel, nato nel 1960, è il terzo Presidente di Cuba dal trionfo nel 1959 della Rivoluzione cubana contro la dittatura di Fulgencio Battista. Prima di lui governò l'Isola caraibica, con diversi titoli, Fidel Castro (1959 - 2008) e successivamente Raúl Castro (2008-2018), attualmente ultranovantenne.
Fidel incontrò tre Papi: s. Giovanni Paolo II, in Vaticano (1996) e a La Habana (1998). Poi incontrò Benedetto XVI sempre a La Habana - già ex Presidente - nella sede della Nunziatura (2012) e infine Francesco che si recò a casa sua quando già anziano e malato (2015).
Da parte sua, Raúl, fratello di Fidel, incontrò Papa Francesco tre volte: la prima in Vaticano (maggio 2015) e poi due volte nella capitale cubana (settembre 2015 e febbraio 2016). In quest'ultima visita, il Pontefice e il Patriarca Kirill firmarono nell'Aeroporto "Josè Martí" de La Habana la famosa Dichiarazione comune a oltre un millennio dallo scisma d'Oriente.
ll Presidente Díaz-Canel sarà accompagnato in tutti i suoi appuntamenti istituzionali dal Ministro degli Affari esteri, Bruno Rodríguez Parrilla. In Vaticano, dopo il colloquio con il Papa, i saluti alla delegazione de La Habana e lo scambio di doni, il governante cubano incontrerà il cardinale Segretario di stato Pietro Parolin.
Le fonti vaticane da noi consultate concordano nel dire che si tratta di una visita di cortesia del Presidente, e che per volontà di entrambi le parti sarà un incontro semplice, senza protocollo, allo scopo di rinforzare con un rapporto personale l'amicizia che si è gradualmente consolidata dalla storica visita in Vaticano a s. Giovanni Paolo II del Presidente Fidel Castro, nel lontano 16 novembre 1996. Anche nei momenti difficili e tesi tra La Habana e il Vaticano si è fatto sempre di tutto per polarizzare le divergenze e soprattutto per scongiurare la rottura che molti auspicavano.
ll Presidente Díaz-Canel sarà accompagnato in tutti i suoi appuntamenti istituzionali dal Ministro degli Affari esteri, Bruno Rodríguez Parrilla. In Vaticano, dopo il colloquio con il Papa, i saluti alla delegazione de La Habana e lo scambio di doni, il governante cubano incontrerà il cardinale Segretario di stato Pietro Parolin.
Le fonti vaticane da noi consultate concordano nel dire che si tratta di una visita di cortesia del Presidente, e che per volontà di entrambi le parti sarà un incontro semplice, senza protocollo, allo scopo di rinforzare con un rapporto personale l'amicizia che si è gradualmente consolidata dalla storica visita in Vaticano a s. Giovanni Paolo II del Presidente Fidel Castro, nel lontano 16 novembre 1996. Anche nei momenti difficili e tesi tra La Habana e il Vaticano si è fatto sempre di tutto per polarizzare le divergenze e soprattutto per scongiurare la rottura che molti auspicavano.
Giovanni XXIII ebbe sempre una paterna attenzione per Cuba e oggi, da note di archivio (che pubblicheremo nei prossimi giorni), si sa che nel 1962, prima della pubblicazione della "Pacem in Terris" disse ad un emissario de La Habana, a proposito di Fidel Castro: "prego per il mio figliuolo".
I raporti diplomatici bilaterali tra Cuba e il Vaticano esistono dal 9 settembre 1935.
Díaz-Canel, lo scorso 26 aprile, ha ricevuto la presidenza della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba (COCC) nel Palazzo del governo per uno scambio di opinioni e analisi, nonché per discutere su divergenze, vecchie e nuove. Il colloquio, diretto e aperto, per i presuli e anche per e il governo è stato utile e continuerà ogni qualvolta sarà necessario. (Gramma - Reuters) La Presidenza episcopale ha espresso gratitudine al governo per la possibilità di dialogare "sui criteri e sulla visione della realtà che attraversa il Paese" (Vida Nueva), in questi anni non facili principalmente per le ondate di crisi economiche determinate dal blocco statunitense che si prolunga dal 1962 anche se il Presidente Barack Obama lo dichiarò "inutile".
Díaz-Canel, lo scorso 26 aprile, ha ricevuto la presidenza della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba (COCC) nel Palazzo del governo per uno scambio di opinioni e analisi, nonché per discutere su divergenze, vecchie e nuove. Il colloquio, diretto e aperto, per i presuli e anche per e il governo è stato utile e continuerà ogni qualvolta sarà necessario. (Gramma - Reuters) La Presidenza episcopale ha espresso gratitudine al governo per la possibilità di dialogare "sui criteri e sulla visione della realtà che attraversa il Paese" (Vida Nueva), in questi anni non facili principalmente per le ondate di crisi economiche determinate dal blocco statunitense che si prolunga dal 1962 anche se il Presidente Barack Obama lo dichiarò "inutile".
Il 17 dicembre 2014, Barack Obama, e al tempo stesso il Presidente cubano Raúl Castro, annunciarono l'inizio della normalizzazione dei rapporti bilaterali. Poi Obama visitò La Habanna.
Il Presidente USA, in incontri con Papa Francesco, lo ringraziò caldamente per il suo intervento (una lettera di Francesco consegnata privatamente nella Casa Bianca dal cardinale, oggi defunto, Jaime Ortega y Alamino) per esortare le parti alla firma degli accordi raggiunti in 10 anni di trattative segrete, prima ad Haiti e poi in Canada. L'accordo finale si firmò in Vaticano nell'ufficio del Segretario di stato, card. Pietro Parolin.
Purtroppo la presidenza di Donald Trump fece marcia indietro e cancellò tutte le intese raggiunte e addirittura aumentò le sanzioni contro Cuba. D'allora non è stato più possibile riprendere il filo interrotto.