(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Il documento del Papa (Rescriptum) firmato lo scorso 13 febbraio ma scoperto e pubblicato martedì scorso trascrivendo il testo da una fotocopia fatta "fuggire" dai cassetti curiali, in sostanza mette fine - anche con effetto retroattivo (ex tunc) - a "qualsiasi disposizione che preveda un godimento (uso alloggio gratuito o vantaggioso) a Cardinali, Capi Dicastero, Presidenti, Segretari, Sotto Segretari, Dirigenti ed equiparati, ivi inclusi Uditori ed equiparati, del Tribunale della Rota Roma, degli immobili di proprietà delle Istituzioni Curiali e degli Enti che fanno riferimento alla S. Sede inclusi nella lista allegata allo Statuto del Consiglio per l'Economia comprese le Domus".
Questa specifica decisione di Papa Francesco è più che giusta. E sarà sempre così ogni qualvolta che deciderà di cancellare privilegi della nomenklatura vaticana la quale, volente o nolente, lungo molti decenni, ha finito per edificare una chiesa basata sul potere e non sulla potenza, cose molto differenti. È giusto quindi che la stampa internazionale stia dando rilievo a questa vera riforma seppure piccola e di tipo soprattutto amministrativo.
Due sono però le domande da porsi per capire meglio:
- Perché Papa Francesco ha deciso questo passaggio solo ora, dopo 10 anni dall'inizio del suo pontificato? Come si spiega questo ritardo? Il cardinale George Pell, che abitava in un appartamento vaticano fuori le mura con trattamento di favore, era di questa medesima idea quando svolgeva i compiti di Segretario per l'Economia. Allora nessuno però ascoltò la sua proposta che molti anni dopo rilancia con la sua firma Papa Bergoglio.
Come mai che per leggere questo Rescritto (da affissare nel Cortile di San Damaso), uno strumento giuridico semplicissimo e breve, si è dovuto aspettare tanto tempo?
- Poi l'altra domanda è questa: esiste una certezza assoluta che in questi 10 anni non siano sorti altri privilegi e altri privilegiati, alcuni con stipendi a dir poco esagerati? A questo punto ci si domanda: quanti sono coloro che ora perdono privilegi e trattamenti di favore e quanti sono coloro che possono essere considerati a pieno titolo "i nuovi previlegiati” del pontificato?
Questa specifica decisione di Papa Francesco è più che giusta. E sarà sempre così ogni qualvolta che deciderà di cancellare privilegi della nomenklatura vaticana la quale, volente o nolente, lungo molti decenni, ha finito per edificare una chiesa basata sul potere e non sulla potenza, cose molto differenti. È giusto quindi che la stampa internazionale stia dando rilievo a questa vera riforma seppure piccola e di tipo soprattutto amministrativo.
Due sono però le domande da porsi per capire meglio:
- Perché Papa Francesco ha deciso questo passaggio solo ora, dopo 10 anni dall'inizio del suo pontificato? Come si spiega questo ritardo? Il cardinale George Pell, che abitava in un appartamento vaticano fuori le mura con trattamento di favore, era di questa medesima idea quando svolgeva i compiti di Segretario per l'Economia. Allora nessuno però ascoltò la sua proposta che molti anni dopo rilancia con la sua firma Papa Bergoglio.
Come mai che per leggere questo Rescritto (da affissare nel Cortile di San Damaso), uno strumento giuridico semplicissimo e breve, si è dovuto aspettare tanto tempo?
- Poi l'altra domanda è questa: esiste una certezza assoluta che in questi 10 anni non siano sorti altri privilegi e altri privilegiati, alcuni con stipendi a dir poco esagerati? A questo punto ci si domanda: quanti sono coloro che ora perdono privilegi e trattamenti di favore e quanti sono coloro che possono essere considerati a pieno titolo "i nuovi previlegiati” del pontificato?
Tra l'altro, quale sarà ora il trattamento nel caso di appartamenti situati nella città di Roma che hanno affittuari illustri: politici, giornalisti, manager di stato, ambasciate e ambasciatori, ecc.?
Testo del Rescriptum ex audientia Ss.mi.
Con udienza concessa a Caballero Ledo, Prefetto della Segreteria per l'Economia, il 13 febbraio 2023 il S. Padre, per far fronte agli impegni crescenti che la Santa Sede sta affrontando per l'adempimento al servizio della Chiesa Universale e ai bisognosi, chiede di destinare e riservare alla Sede Apostolica maggiori risorse anche incrementando i ricavi alla gestione del patrimonio immobiliare così ha disposto:
- abolisce ex tunc qualsiasi disposizione che preveda un godimento (uso alloggio gratuito o vantaggioso) a Cardinali, Capi Dicastero, Presidenti, Segretari, Sotto Segretari, Dirigenti ed equiparati, ivi inclusi Uditori ed equiparati, del Tribunale della Rota Romana, degli immobili di proprietà delle Istituzioni Curiali e deli Enti che fanno riferimento alla S. Sede inclusi nella lista allegata allo Statuto del Consiglio per l'Economia comprese le Domus,
- il divieto per tutti gli Enti di dare ai soggetti di cui sopra il c.d. "contributo alloggio" o contributi simili con finalità di compartecipare al canone di locazione o alle spese per l'alloggio
- gli Enti proprietari dovranno applicare ai soggetti di cui sopra gli stessi prezzi applicabili a chi non abbia incarico nella S. Sede o nello Stato della Città del Vaticano.
- eventuali eccezioni alla presente normativa dovrà essere autorizzata "da Egli" (sic!, inteso il Santo Padre).
Il presente rescriptum ha efficacia immediata e sarà pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis e nel Cortile di San Damaso.
Testo del Rescriptum ex audientia Ss.mi.
Con udienza concessa a Caballero Ledo, Prefetto della Segreteria per l'Economia, il 13 febbraio 2023 il S. Padre, per far fronte agli impegni crescenti che la Santa Sede sta affrontando per l'adempimento al servizio della Chiesa Universale e ai bisognosi, chiede di destinare e riservare alla Sede Apostolica maggiori risorse anche incrementando i ricavi alla gestione del patrimonio immobiliare così ha disposto:
- abolisce ex tunc qualsiasi disposizione che preveda un godimento (uso alloggio gratuito o vantaggioso) a Cardinali, Capi Dicastero, Presidenti, Segretari, Sotto Segretari, Dirigenti ed equiparati, ivi inclusi Uditori ed equiparati, del Tribunale della Rota Romana, degli immobili di proprietà delle Istituzioni Curiali e deli Enti che fanno riferimento alla S. Sede inclusi nella lista allegata allo Statuto del Consiglio per l'Economia comprese le Domus,
- il divieto per tutti gli Enti di dare ai soggetti di cui sopra il c.d. "contributo alloggio" o contributi simili con finalità di compartecipare al canone di locazione o alle spese per l'alloggio
- gli Enti proprietari dovranno applicare ai soggetti di cui sopra gli stessi prezzi applicabili a chi non abbia incarico nella S. Sede o nello Stato della Città del Vaticano.
- eventuali eccezioni alla presente normativa dovrà essere autorizzata "da Egli" (sic!, inteso il Santo Padre).
Il presente rescriptum ha efficacia immediata e sarà pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis e nel Cortile di San Damaso.