• In questo anno, l'anno delle grandi tragedie, in questi giorni cerchiamo
di capire e anche riflettere meglio sulla grande tragedia accaduta. Ma
già oggi possiamo dire che quest'anno circa 700 centri di assistenza
medica, ospedali, poliambulatori sono stati attaccati da criminali
russi. Nel corso dell'anno sono state distrutte circa 500 chiese, case
di preghiera, moschee e sinagoghe. Un duro colpo è stato inferto al
patrimonio della civiltà, della cultura, dell'istruzione, della scienza e
della vita spirituale di cui la nostra patria Ucraina era orgogliosa.
Migliaia di morti, migliaia, decine di migliaia di feriti. Forse non
conosciamo ancora tutti i numeri.
• Ma è un grande miracolo che noi siamo vivi. È un grande miracolo che l'aggressore, che si considerava onnipotente, che voleva e vuole ancora ricattare il mondo intero, abbia fallito in Ucraina. La resilienza e il coraggio del popolo ucraino si sono dimostrati più forti dell'acciaio russo, dei loro carri armati, missili e aerei.
• Ma è un grande miracolo che noi siamo vivi. È un grande miracolo che l'aggressore, che si considerava onnipotente, che voleva e vuole ancora ricattare il mondo intero, abbia fallito in Ucraina. La resilienza e il coraggio del popolo ucraino si sono dimostrati più forti dell'acciaio russo, dei loro carri armati, missili e aerei.
• possiamo dire ancora una volta che l'Ucraina vive! L'Ucraina resiste! L'Ucraina combatte! L'Ucraina prega!
23 febbraio 2023
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Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
oggi è giovedì 23 febbraio 2023, e in Ucraina è già il 365° giorno della grande guerra su vasta scala che l'occupante russo ha portato nella nostra terra. Passa un anno, un anno di dolore, di sofferenza, un anno di grandi crimini contro Dio e contro l'uomo, crimini contro l'umanità, crimini di guerra che il mondo deve riconoscere e condannare.
Ancora una volta, durante l'ultima notte e l'ultimo giorno in Ucraina si registrano pesanti e sanguinose battaglie. Molti esperti militari affermano che l'escalation del conflitto militare, in particolare nel Donbass, oggi ha raggiunto il suo apice. Solo nell'ultimo giorno il nemico ha effettuato 90 attacchi contro le postazioni dell'esercito ucraino, contro le nostre pacifiche città e villaggi. Ha sferrato 10 attacchi missilistici. La sola città di Kharkiv ieri è stata colpita da quattro missili russi S-300 lanciati dal territorio della Federazione Russa. Sfortunatamente, questo tipo di missile non può essere intercettato con i mezzi della difesa aerea. Di nuovo ci sono morti e feriti.
In questo anno, l'anno delle grandi tragedie, in questi giorni cerchiamo di capire e anche riflettere meglio sulla grande tragedia accaduta. Ma già oggi possiamo dire che quest'anno circa 700 centri di assistenza medica, ospedali, poliambulatori sono stati attaccati da criminali russi. Nel corso dell'anno sono state distrutte circa 500 chiese, case di preghiera, moschee e sinagoghe. Un duro colpo è stato inferto al patrimonio della civiltà, della cultura, dell'istruzione, della scienza e della vita spirituale di cui la nostra patria Ucraina era orgogliosa. Migliaia di morti, migliaia, decine di migliaia di feriti. Forse non conosciamo ancora tutti i numeri.
Ma è un grande miracolo che noi siamo vivi. È un grande miracolo che l'aggressore, che si considerava onnipotente, che voleva e vuole ancora ricattare il mondo intero, abbia fallito in Ucraina. La resilienza e il coraggio del popolo ucraino si sono dimostrati più forti dell'acciaio russo, dei loro carri armati, missili e aerei.
Pertanto, in questo 365° giorno di guerra ringraziamo il Signore Dio per poter continuare a combattere contro il male della guerra. Ringraziamo Dio e le Forze Armate dell'Ucraina per essere riusciti a sopravvivere. E oggi, con la fede in Dio, con la gratitudine alle Forze Armate dell'Ucraina e ai figli e alle figlie della nostra Patria possiamo dire ancora una volta che l'Ucraina vive! L'Ucraina resiste! L'Ucraina combatte! L'Ucraina prega!
Oggi vorrei concludere con voi le nostre riflessioni sul tema della vocazione. Abbiamo detto che la vocazione è un dono di Dio, una vocazione è un'occasione speciale perché una persona possa essere felice. La chiamata è l'intervento personale di Dio nella storia, è l'azione di Dio con cui il Signore Dio tocca il cuore dell'uomo, lo solleva e lo chiama a sé.
Abbiamo detto che la vocazione ha bisogno della nostra risposta. Dio chiama, e l'uomo deve rispondere. Quando una persona risponde alla chiamata, Dio si dona a lui, si dona a questa persona. Quando una persona coltiva la sua vocazione, risponde alla chiamata di Dio, cresce e diventa capace di accogliere ancora meglio i doni di Dio, diventa capace di accogliere Dio stesso, che le si dona nell'amore. Ma come si può perdere altri doni e talenti di Dio, si può perdere anche la vocazione.
Dio non smette mai di chiamare l'uomo. Se questi ha già scelto lo stato della sua vita con la sua decisione fondamentale, ha ricevuto il sacramento del matrimonio, del sacerdozio, ha professato i voti perpetui, deve confermare la sua scelta fondamentale con le scelte quotidiane, le decisioni quotidiane, e non cambiarla.
Se la persona si chiude, pensa che ciò che ha ricevuto diventi la sua proprietà privata, il suo tesoro, lei lo può perdere. A volte accade che una persona che non vuole più ascoltare ogni giorno Dio, che la chiama, possa perdersi, possa perdere la direzione del suo cammino verso la sua crescita quotidiana. E poi tutto è perduto. Succede che quello che ha scelto lo stato di matrimonio pensa che abbia sposato la persona sbagliata, e inizia a cercare un'altra soluzione, un'altra persona. Chi ha preso i voti monastici comincia a pentirsi della sua scelta di vita, pensa che starebbe meglio in un altro monastero perché comincia a perdere il senso della sua vocazione monastica e pensa a un cambiamento del proprio stato. È possibile perdere il dono di Dio della vocazione, e allora una persona si sente persa. Può perdersi.
Ma grazie alla preghiera costante, Dio realizza in noi il suo disegno, e possiamo realizzare pienamente la nostra vocazione ascoltando ogni giorno la chiamata di Dio. Tutti i tipi di problemi legati alla vocazione compaiono quando la nostra preghiera, questo nostro dialogo e la comunicazione con Dio, viene interrotta. Allora non rimaniamo dentro la nostra vocazione.
È anche importante comunicare apertamente nella comunità monastica, nel matrimonio.
La mancanza di una comunicazione adeguata e di un sostegno reciproco porta a un senso di perdita della vocazione. Quando una persona si chiude nel suo egoismo, nell’autoisolamento individualistico, non sente più nessuno, non sente chi chiama, non sente la voce di Dio che parla attraverso la comunità della Chiesa, e invece ascolta le passioni, i peccati radicati nella propria coscienza. Se l'energia della grazia viene sprecata o, peggio ancora, è diretta, sprecata in azioni, desideri ambiziosi, passionali o egoistici, allora quella persona vive la crisi della vocazione alla castità o al matrimonio, la crisi di identità sacerdotale, la crisi della propria personalità.
Pertanto, preghiamo affinché ciascuno di noi perseveri nella propria vocazione. Usciamo dall'autoisolamento, apriamoci alla comunicazione con Dio e con il prossimo. Cerchiamo consigli, chiediamo aiuto se siamo in difficoltà. Non bisogna vergognarsi di aprire a Dio e al proprio padre spirituale i dubbi sulla propria vocazione, perché solo in questo dialogo d'amore, nella preghiera, nella costante cura della vostra vocazione si può perseverare fino alla fine e continuare a realizzare la propria missione della vita fino alla morte. Perseverare nella propria vocazione fino alla morte deve essere anche il contenuto della nostra preghiera personale quotidiana.
Il giorno di domani, il 24 febbraio segna la fine del primo anno di questa brutale guerra, la guerra su vasta scala in Ucraina. Il Sinodo dei vescovi della nostra Chiesa ha dichiarato questo giorno, venerdì 24 febbraio, il giorno di preghiera, digiuno e di elemosina. Allo stesso modo, il Consiglio panucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose ha raccolto questa chiamata, e tutti i credenti dell'Ucraina domani pregheranno, digiuneranno e compiranno atti di misericordia e amore.
Domani tutta la nostra Chiesa, sia in Ucraina che negli insediamenti, starà davanti al volto di Dio in una veglia di preghiera. La nostra TV “Gyve TV” inizierà il telethon di preghiera di davanti al volto di Dio alle 12:00 ora di Kyiv. Questo lasso di tempo, 12 ore di preghiera continua, saranno il tempo della nostra unità e solidarietà degli ucraini di tutto il mondo.
Alle 12:00 ora di Kyiv, la nostra preghiera inizierà nella Cattedrale Patriarcale di Kyiv, quindi la staffetta passerà a Kharkiv alla quale si susseguiranno Zaporizhzhia, Odessa, Kherson, Irpin, Melbourne in Australia, Przemyśl in Polonia, Roma in Italia, Winnipeg in Canada, Filadelfia negli Stati Uniti d'America, e quindi Buenos Aires in Argentina.
Invito tutti voi, tutti i fedeli della nostra Chiesa ad unirsi a questa preghiera. Noi sentiamo che quando ci uniamo insieme nella preghiera, nel digiuno e nelle buone azioni, vinciamo. Abbiamo tanto bisogno di forza spirituale per avvicinare la nostra vittoria. Allo stesso modo, domani invito ognuno di voi a fare qualche atto di carità, a donare qualcosa per salvare le vittime di questa guerra. In particolare, nella nostra Chiesa è attiva la Fondazione Patriarcale “Causa saggia", che rappresenta un aiuto urgente del Capo della Chiesa per salvare coloro che ora vivono il maggior pericolo. Vi saremo molto grati per le donazioni destinate all’assistenza, nelle condizioni di emergenza, del Capo della Chiesa per sostenere l’attività del lavoro della Fondazione “Causa saggia".
Dio, benedici l'Ucraina! Dio, aiuta ognuno di noi a non perdersi nei propri desideri e le passioni! Dio, dacci la forza di rispondere alla Tua chiamata! Donaci la forza di perseverare nella nostra chiamata alla libertà, alla libertà del nostro popolo, del nostro Stato, alla libertà come capacità di fare il bene e la verità! Dio, benedici la nostra Ucraina con la Tua giusta pace celeste!
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Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
oggi è giovedì 23 febbraio 2023, e in Ucraina è già il 365° giorno della grande guerra su vasta scala che l'occupante russo ha portato nella nostra terra. Passa un anno, un anno di dolore, di sofferenza, un anno di grandi crimini contro Dio e contro l'uomo, crimini contro l'umanità, crimini di guerra che il mondo deve riconoscere e condannare.
Ancora una volta, durante l'ultima notte e l'ultimo giorno in Ucraina si registrano pesanti e sanguinose battaglie. Molti esperti militari affermano che l'escalation del conflitto militare, in particolare nel Donbass, oggi ha raggiunto il suo apice. Solo nell'ultimo giorno il nemico ha effettuato 90 attacchi contro le postazioni dell'esercito ucraino, contro le nostre pacifiche città e villaggi. Ha sferrato 10 attacchi missilistici. La sola città di Kharkiv ieri è stata colpita da quattro missili russi S-300 lanciati dal territorio della Federazione Russa. Sfortunatamente, questo tipo di missile non può essere intercettato con i mezzi della difesa aerea. Di nuovo ci sono morti e feriti.
In questo anno, l'anno delle grandi tragedie, in questi giorni cerchiamo di capire e anche riflettere meglio sulla grande tragedia accaduta. Ma già oggi possiamo dire che quest'anno circa 700 centri di assistenza medica, ospedali, poliambulatori sono stati attaccati da criminali russi. Nel corso dell'anno sono state distrutte circa 500 chiese, case di preghiera, moschee e sinagoghe. Un duro colpo è stato inferto al patrimonio della civiltà, della cultura, dell'istruzione, della scienza e della vita spirituale di cui la nostra patria Ucraina era orgogliosa. Migliaia di morti, migliaia, decine di migliaia di feriti. Forse non conosciamo ancora tutti i numeri.
Ma è un grande miracolo che noi siamo vivi. È un grande miracolo che l'aggressore, che si considerava onnipotente, che voleva e vuole ancora ricattare il mondo intero, abbia fallito in Ucraina. La resilienza e il coraggio del popolo ucraino si sono dimostrati più forti dell'acciaio russo, dei loro carri armati, missili e aerei.
Pertanto, in questo 365° giorno di guerra ringraziamo il Signore Dio per poter continuare a combattere contro il male della guerra. Ringraziamo Dio e le Forze Armate dell'Ucraina per essere riusciti a sopravvivere. E oggi, con la fede in Dio, con la gratitudine alle Forze Armate dell'Ucraina e ai figli e alle figlie della nostra Patria possiamo dire ancora una volta che l'Ucraina vive! L'Ucraina resiste! L'Ucraina combatte! L'Ucraina prega!
Oggi vorrei concludere con voi le nostre riflessioni sul tema della vocazione. Abbiamo detto che la vocazione è un dono di Dio, una vocazione è un'occasione speciale perché una persona possa essere felice. La chiamata è l'intervento personale di Dio nella storia, è l'azione di Dio con cui il Signore Dio tocca il cuore dell'uomo, lo solleva e lo chiama a sé.
Abbiamo detto che la vocazione ha bisogno della nostra risposta. Dio chiama, e l'uomo deve rispondere. Quando una persona risponde alla chiamata, Dio si dona a lui, si dona a questa persona. Quando una persona coltiva la sua vocazione, risponde alla chiamata di Dio, cresce e diventa capace di accogliere ancora meglio i doni di Dio, diventa capace di accogliere Dio stesso, che le si dona nell'amore. Ma come si può perdere altri doni e talenti di Dio, si può perdere anche la vocazione.
Dio non smette mai di chiamare l'uomo. Se questi ha già scelto lo stato della sua vita con la sua decisione fondamentale, ha ricevuto il sacramento del matrimonio, del sacerdozio, ha professato i voti perpetui, deve confermare la sua scelta fondamentale con le scelte quotidiane, le decisioni quotidiane, e non cambiarla.
Se la persona si chiude, pensa che ciò che ha ricevuto diventi la sua proprietà privata, il suo tesoro, lei lo può perdere. A volte accade che una persona che non vuole più ascoltare ogni giorno Dio, che la chiama, possa perdersi, possa perdere la direzione del suo cammino verso la sua crescita quotidiana. E poi tutto è perduto. Succede che quello che ha scelto lo stato di matrimonio pensa che abbia sposato la persona sbagliata, e inizia a cercare un'altra soluzione, un'altra persona. Chi ha preso i voti monastici comincia a pentirsi della sua scelta di vita, pensa che starebbe meglio in un altro monastero perché comincia a perdere il senso della sua vocazione monastica e pensa a un cambiamento del proprio stato. È possibile perdere il dono di Dio della vocazione, e allora una persona si sente persa. Può perdersi.
Ma grazie alla preghiera costante, Dio realizza in noi il suo disegno, e possiamo realizzare pienamente la nostra vocazione ascoltando ogni giorno la chiamata di Dio. Tutti i tipi di problemi legati alla vocazione compaiono quando la nostra preghiera, questo nostro dialogo e la comunicazione con Dio, viene interrotta. Allora non rimaniamo dentro la nostra vocazione.
È anche importante comunicare apertamente nella comunità monastica, nel matrimonio.
La mancanza di una comunicazione adeguata e di un sostegno reciproco porta a un senso di perdita della vocazione. Quando una persona si chiude nel suo egoismo, nell’autoisolamento individualistico, non sente più nessuno, non sente chi chiama, non sente la voce di Dio che parla attraverso la comunità della Chiesa, e invece ascolta le passioni, i peccati radicati nella propria coscienza. Se l'energia della grazia viene sprecata o, peggio ancora, è diretta, sprecata in azioni, desideri ambiziosi, passionali o egoistici, allora quella persona vive la crisi della vocazione alla castità o al matrimonio, la crisi di identità sacerdotale, la crisi della propria personalità.
Pertanto, preghiamo affinché ciascuno di noi perseveri nella propria vocazione. Usciamo dall'autoisolamento, apriamoci alla comunicazione con Dio e con il prossimo. Cerchiamo consigli, chiediamo aiuto se siamo in difficoltà. Non bisogna vergognarsi di aprire a Dio e al proprio padre spirituale i dubbi sulla propria vocazione, perché solo in questo dialogo d'amore, nella preghiera, nella costante cura della vostra vocazione si può perseverare fino alla fine e continuare a realizzare la propria missione della vita fino alla morte. Perseverare nella propria vocazione fino alla morte deve essere anche il contenuto della nostra preghiera personale quotidiana.
Il giorno di domani, il 24 febbraio segna la fine del primo anno di questa brutale guerra, la guerra su vasta scala in Ucraina. Il Sinodo dei vescovi della nostra Chiesa ha dichiarato questo giorno, venerdì 24 febbraio, il giorno di preghiera, digiuno e di elemosina. Allo stesso modo, il Consiglio panucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose ha raccolto questa chiamata, e tutti i credenti dell'Ucraina domani pregheranno, digiuneranno e compiranno atti di misericordia e amore.
Domani tutta la nostra Chiesa, sia in Ucraina che negli insediamenti, starà davanti al volto di Dio in una veglia di preghiera. La nostra TV “Gyve TV” inizierà il telethon di preghiera di davanti al volto di Dio alle 12:00 ora di Kyiv. Questo lasso di tempo, 12 ore di preghiera continua, saranno il tempo della nostra unità e solidarietà degli ucraini di tutto il mondo.
Alle 12:00 ora di Kyiv, la nostra preghiera inizierà nella Cattedrale Patriarcale di Kyiv, quindi la staffetta passerà a Kharkiv alla quale si susseguiranno Zaporizhzhia, Odessa, Kherson, Irpin, Melbourne in Australia, Przemyśl in Polonia, Roma in Italia, Winnipeg in Canada, Filadelfia negli Stati Uniti d'America, e quindi Buenos Aires in Argentina.
Invito tutti voi, tutti i fedeli della nostra Chiesa ad unirsi a questa preghiera. Noi sentiamo che quando ci uniamo insieme nella preghiera, nel digiuno e nelle buone azioni, vinciamo. Abbiamo tanto bisogno di forza spirituale per avvicinare la nostra vittoria. Allo stesso modo, domani invito ognuno di voi a fare qualche atto di carità, a donare qualcosa per salvare le vittime di questa guerra. In particolare, nella nostra Chiesa è attiva la Fondazione Patriarcale “Causa saggia", che rappresenta un aiuto urgente del Capo della Chiesa per salvare coloro che ora vivono il maggior pericolo. Vi saremo molto grati per le donazioni destinate all’assistenza, nelle condizioni di emergenza, del Capo della Chiesa per sostenere l’attività del lavoro della Fondazione “Causa saggia".
Dio, benedici l'Ucraina! Dio, aiuta ognuno di noi a non perdersi nei propri desideri e le passioni! Dio, dacci la forza di rispondere alla Tua chiamata! Donaci la forza di perseverare nella nostra chiamata alla libertà, alla libertà del nostro popolo, del nostro Stato, alla libertà come capacità di fare il bene e la verità! Dio, benedici la nostra Ucraina con la Tua giusta pace celeste!