Nella dottrina cattolica è legittimo difendersi fin quando l'aggressore non è più in grado di nuocere. Perciò la dottrina distingue tra "aggressore" e "aggredito". Non si può provare a 'sorpassare' il Catechismo della Chiesa con acrobazie verbali.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Sulla guerra russa contro l'Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e attuale Presidente dell'Episcopato italiano (CEI), da qualche tempo si esprime in modo impreciso sull'invasione della Federazione Russa. Il 17 ottobre 2022 il cardinale disse: "Meglio perdere un pezzo di sovranità e risolvere i conflitti. Invece di prendere le armi, discutiamo. Qualcuno faccia davvero da arbitro dunque, per far sì che il fratello non ammazzi il fratello". (Fonte: RaiNews)
Ora, ieri 24 febbraio, a un ano dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, il card. Zuppi in un passaggio dell'intervista con "Il Manifesto" ha ricevuto una domanda puntuale del giornalista Luca Kocci. Ecco il dialogo:
Kocci: "Finora però l’unica risposta della comunità internazionale, Italia compresa, sembra quella della fornitura di armi all’Ucraina. Così si aiuta la pace o si favorisce l’escalation?"
Zuppi: "Il problema è che se c’è solo quello, allora è davvero pericoloso. È vero, c’è la legittima difesa. Ma dov’è il suo limite? E quindi qual è il limite degli aiuti militari? Questa è la domanda che dobbiamo porci, e la risposta è complessa."
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, documento che nel corso di questo conflitto la gerarchia, in sostanza, ha evitato accuratamente di citare, si può leggere:
"2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità."
Fonte - Catechismo della Chiesa Cattolica - Terza Parte
La risposta del cardinale Zuppi è confusa e semina confusione. Non si può ignorare un documento così essenziale del magistero. Soprattutto è sorprendente provare a "sorpassarlo" con acrobazie verbali.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Sulla guerra russa contro l'Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e attuale Presidente dell'Episcopato italiano (CEI), da qualche tempo si esprime in modo impreciso sull'invasione della Federazione Russa. Il 17 ottobre 2022 il cardinale disse: "Meglio perdere un pezzo di sovranità e risolvere i conflitti. Invece di prendere le armi, discutiamo. Qualcuno faccia davvero da arbitro dunque, per far sì che il fratello non ammazzi il fratello". (Fonte: RaiNews)
Ora, ieri 24 febbraio, a un ano dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, il card. Zuppi in un passaggio dell'intervista con "Il Manifesto" ha ricevuto una domanda puntuale del giornalista Luca Kocci. Ecco il dialogo:
Kocci: "Finora però l’unica risposta della comunità internazionale, Italia compresa, sembra quella della fornitura di armi all’Ucraina. Così si aiuta la pace o si favorisce l’escalation?"
Zuppi: "Il problema è che se c’è solo quello, allora è davvero pericoloso. È vero, c’è la legittima difesa. Ma dov’è il suo limite? E quindi qual è il limite degli aiuti militari? Questa è la domanda che dobbiamo porci, e la risposta è complessa."
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, documento che nel corso di questo conflitto la gerarchia, in sostanza, ha evitato accuratamente di citare, si può leggere:
"2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità."
Fonte - Catechismo della Chiesa Cattolica - Terza Parte
La risposta del cardinale Zuppi è confusa e semina confusione. Non si può ignorare un documento così essenziale del magistero. Soprattutto è sorprendente provare a "sorpassarlo" con acrobazie verbali.