(Umberto Rosario Del Giudice - Vino Nuovo) Atteso tra tensioni e curiosità è uscito il libro di mons. Gänswein, Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI appena edito da Piemme. Circa 320 pagine quasi tutte autobiografiche di aneddoti sulla sua vita per lungo tempo accanto al 265° pontefice, Benedetto XVI. Ma raccontare di essere stato “al fianco di”, può esporre “il fianco alla” nostalgia più che alla verità: ed è ciò che si avverte dalle pagine del libro.
Il contesto che fa comprendere il testo. La prima impressione è quella di trovarsi davanti ad una serie di stati d’animo narrati per dimostrare e ribadire l’innocenza e la rettitudine propria e quella del Papa rinunciatario. Allo stesso tempo, episodi e annotazioni sembrano una chiara volontà di ri-affermare un pensiero teologico, quello di Benedetto, da recuperare e da salvaguardare. Queste due impressioni diventano evidenze e, in parte, scopo della narrazione: ribadire l’innocenza e la rettitudine di Benedetto XVI e tentare di fare da sponda a un sistema filosofico-teologico tanto da proporre (imporre?) una direzione e fare (ed essere?) breccia nel sistema e nella istituzione ecclesiale attuale. (...)
Il contesto che fa comprendere il testo. La prima impressione è quella di trovarsi davanti ad una serie di stati d’animo narrati per dimostrare e ribadire l’innocenza e la rettitudine propria e quella del Papa rinunciatario. Allo stesso tempo, episodi e annotazioni sembrano una chiara volontà di ri-affermare un pensiero teologico, quello di Benedetto, da recuperare e da salvaguardare. Queste due impressioni diventano evidenze e, in parte, scopo della narrazione: ribadire l’innocenza e la rettitudine di Benedetto XVI e tentare di fare da sponda a un sistema filosofico-teologico tanto da proporre (imporre?) una direzione e fare (ed essere?) breccia nel sistema e nella istituzione ecclesiale attuale. (...)