(Franca Giansoldati, Il Messaggero) «Il successo dell'attuale pontificato sarà deciso dai successori al papato attuale. Spero solo che il pontificato attuale non sia un incidente ma l'inizio di una nuova epoca»
e che «riusciremo a tenerlo ancora per qualche anno». A parlare
dell'azione riformatrice che in questi dieci anni ha avviato Papa
Francesco e che, sulla carta, è destinata a cambiare il rapporto tra la
Chiesa e il Magistero è il teologo tedesco Walter Kasper, uno dei
cardinali che maggiormente hanno contribuito a eleggere Bergoglio nel
conclave del 2013. La previsione di Kasper si basa su una analisi a
tutto campo.
CONCLAVE
A suo parere la spinta innovativa che potrebbe modificare la dottrina in
fatto di omosessualità, fine vita, aborto, celibato sacerdotale e
rappresentatività nella Chiesa non sarà certamente conclusa da
Francesco. «Un tale processo di trasformazione non può essere realizzato da un giorno all'altro, ma richiede tempo e un respiro lungo.
Non si può fare in un solo pontificato, ci vorranno due o tre
pontificati”. Questo perchè il percorso riformatore si presenta
accidentato e necessità di tempi lunghi per incidere su un duraturo
mutamento culturale. Per Kasper parlare del concetto disinodalità
“significa la fine del vecchio clericalismo gerarchico». L'analisi del
teologo tedesco è stata fatta al Laterano ad un incontro organizzato
dall'Ordine dei Giornalisti del Lazio dedicato al papato di Francesco.
«Francesco è un Papa evangelico, non nel senso confessionale ma nel
senso originale del termine. La priorità assoluta per lui non è la
dottrina, ma il Vangelo, il messaggio vivo di Dio Padre misericordioso,
che ci ha redenti attraverso il suo Figlio ed è permanentemente
presente nella Chiesa nello Spirito Santo. Adesso nel Praedicate
evangelium il dicastero dell'evangelizzazione ha la precedenza sul
dicastero della dottrina della fede. Non predica più il Dio che
minaccia, condanna e punisce, ma il Dio che accoglie, accetta, perdona e
riconcilia tutti nell'amore. Si tratta di un nuovo tono, che fa bene
alla Chiesa, ma che non piace a tutti e talvolta va anche frainteso come
relativismo».
Kasper non nasconde le difficoltà del pontificato e persino degli
errori fino ad oggi commessi. La sua speranza è che possa durare ancora
qualche anno: «Ogni Papa ha quindi i suoi punti di forza, ma anche
aspetti che deve lasciare al suo successore. Ho voluto parlare degli
aspetti di forza del pontificato; lascio ai giornalisti parlare dei
deficit che pure esistono e diventano ovvii in quanto il pontificato
allunga. Nondimeno spero che Dio volente riusciremo a tenere questo Papa ancora per qualche anno».
PROGRESSISTI
La situazione complessa è data da un insieme di fattori, non ultimo
la spaccatura che si è venuta a creare nella Chiesa tra riformatori e
conservatori. «Papa Francesco si trova in una situazione difficile. Da
una parte i conservatori fondamentalisti, dall'altra i progressisti
ideologici, che nel frattempo sono diventati anche critici. Tra i due,
c'è un'ampia zona intermedia che è soddisfatta e felice ovvero spesso
indifferente. I conservatori fondamentalisti sono stati i critici del
pontificato fin dall'inizio. Questo Papa non loro è mai piaciuto. “Non
si comporta e non parla come un papa dovrebbe.” Ma la critica allo stile
è solo la forma esteriore. Va in profondità: Domandano: Lui è ancora
davvero cattolico? Allo stesso tempo, da loro l'essere cattolico assume
in parte forme identitarie, si fissa sull'aborto e contro le sfilate
gay e gli omosessuali, come ha fatto anche il patriarca Kirill».
Dall'altra parte, a "sinistra", ci sono i critici progressisti.
«Dicono: Questo Papa non vuole riforme. Infatti, fa molte riforme, per
la destra pure troppe, ma non vuole tutte le riforme liberali come nel
Cammino sinodale tedesco. Non è un riformatore liberale, ma un
riformatore radicale che vuole riformare la Chiesa dalla radice (radix),
cioè dal Vangelo».
La Chiesa, secondo il cardinale Kasper si trova davanti a una crisi
di identità.«Il cambiamento significa disordine e porta crisi, e sarebbe
disonesto non dire apertamente: la Chiesa è in profonda crisi. Si può
addirittura parlare di una crisi di identità. Cosa è ancora valido
nel processo di trasformazione in cui ci troviamo, cosa deve rimanere
valido e cosa deve essere urgentemente riformato? »