venerdì 2 dicembre 2022

Ucraina
L'Arcivescovo Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, racconta alcuni momenti della sua visita in Vaticano e l’incontro con Papa Francesco

Ho detto al Santo Padre lo scorso 5 novembre che la gente in Ucraina pensa che lui "non ha letto bene Dostoevskij". Gli ho chiesto poi di scrivere una lettera al popolo ucraino
(a cura Redazione "Il sismografo") Traduzione di lavoro nostra - Testo del sito Ugcc.ua.
« Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina racconta: "Durante l'udienza [7 novembre scorso] ho chiesto a Papa Francesco: Sai cosa si dice di Lei in Ucraina?. Lui mi ha chiesto: Cosa?. Ho risposto: [Dicono] che non ha letto bene Dostoevskij. Ma perché?, ha chiesto. Ecco  quanto ha detto il Padre e Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, condividendo le sue impressioni sull'ultima udienza con il Santo Padre Francesco nel corso del programma "Chiesa Aperta" ("Live TV").«L'arcivescovo Sviatoslav Shevchuk ha sottolineato di aver spiegato a Roma, a tutti, in particolare a Papa Francesco, che molto spesso il mondo occidentale, il mondo romano, il mondo ecclesiastico, il mondo intellettuale, ha idee romantiche sulla Russia, che si sono formate nel corso degli anni... E ho aggiunto al Papa [che le sue parole] mi hanno ricordato certe idee romantiche sulla Germania prima della Seconda guerra mondiale. Allora, quando qualcuno sentiva la parola Germania, immaginava la filosofia tedesca del XIX secolo, alto esempio della cultura tedesca ... Al potere però c'erano i nazisti. Il mondo intero si chiedeva come questo popolo con una cultura così alta avesse creato Auschwitz e fosse la causa del grande Olocausto. Questo è esattamente ciò che sta accadendo in Russia. Lí i criminali, i nazisti, sono al potere. E il mondo intero oggi sta guardando i crimini contro il popolo ucraino, un genocidio. Vediamo le sepolture di massa. Il Papa non poteva credere che tali presunti esempi di umanesimo potessero avera a che fare con simili crimini. Oggi la nostra gente sembra un bambino malato che vede il mondo in bianco e nero. E crede che quando qualcuno non è con noi è contro di noi. Se qualcuno parla positivamente di chi ci uccide scattano le offese. La nostra gente non lo capisce. È quello che ho detto al Papa. Ho chiesto a Lui qualche gesto, una parola di conforto, di empatia. Ho detto: Santo Padre, scriva una lettera agli ucraini. Lo ha fatto"».