(a cura Redazione "Il sismografo") Secondo l'Ansa, l'ambasciatore russo presso il
Vaticano, Alexander Avdeev, ha detto all'agenzia Ria Novosti di
avere espresso alla Santa Sede "l'indignazione" di Mosca per le
parole del Papa in un'intervista alla rivista 'America' dei
gesuiti relative ad atti di crudeltà delle truppe russe in
Ucraina, in particolare di Buriati e Ceceni. "Ho espresso
indignazione per tali insinuazioni e sottolineato che niente può
far vacillare la coesione e l'unità del popolo multinazionale
russo", ha affermato l'ambasciatore.
***
Parole del Papa sull'ambasciatore Alexander Avdeev (6 novembre 2022 - Viaggio di rientro dal Bahrein - Conferenza stampa sull'aereo)
Domanda
Antonio Pelayo (Vida Nueva)
Santo Padre, l’unica volta che in questo viaggio Lei ha parlato a braccio è stato per riferirsi alla “martoriata Ucraina” e ai “negoziati di pace”. Io vorrei domandarle se ci può dire qualche cosa su come stanno andando questi negoziati dalla parte vaticana; e un’altra domanda complementare: Lei ha parlato ultimamente con Putin o ha intenzione di farlo prossimamente?
Parte della risposta del Papa
Bene. Prima di tutto, il Vaticano è continuamente attento, la Segreteria di Stato lavora e lavora bene, lavora bene. So che il Segretario [per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali], Mons. Gallagher, si muove bene. Poi, un po’ di storia. Il giorno dopo l’inizio della guerra – ho pensato che questo non si potesse fare, una cosa insolita –, sono andato all’Ambasciata russa [presso la Santa Sede], a parlare con l’Ambasciatore, che è un bravo uomo, che conosco da sei anni, da quando è arrivato, un umanista. Ricordo un commento che mi fece allora: “Nous sommes tombés dans la dictature de l’argent” (Siamo caduti nella dittatura del denaro), parlando della civilizzazione. Un umanista, un uomo che lotta per l’uguaglianza. Gli ho detto che ero disposto ad andare a Mosca per parlare con Putin, se ce ne fosse bisogno. Mi ha risposto molto cortesemente [il Ministro degli Esteri] Lavrov: grazie, ha risposto, ma per il momento non era necessario. Ma da quel momento ci siamo interessati tanto. Ho parlato tre volte al telefono con il Presidente Zelensky; poi con l’Ambasciatore ucraino alcune volte in più. E si fa un lavoro di avvicinamento, per cercare soluzioni.
Domanda
Antonio Pelayo (Vida Nueva)
Santo Padre, l’unica volta che in questo viaggio Lei ha parlato a braccio è stato per riferirsi alla “martoriata Ucraina” e ai “negoziati di pace”. Io vorrei domandarle se ci può dire qualche cosa su come stanno andando questi negoziati dalla parte vaticana; e un’altra domanda complementare: Lei ha parlato ultimamente con Putin o ha intenzione di farlo prossimamente?
Parte della risposta del Papa
Bene. Prima di tutto, il Vaticano è continuamente attento, la Segreteria di Stato lavora e lavora bene, lavora bene. So che il Segretario [per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali], Mons. Gallagher, si muove bene. Poi, un po’ di storia. Il giorno dopo l’inizio della guerra – ho pensato che questo non si potesse fare, una cosa insolita –, sono andato all’Ambasciata russa [presso la Santa Sede], a parlare con l’Ambasciatore, che è un bravo uomo, che conosco da sei anni, da quando è arrivato, un umanista. Ricordo un commento che mi fece allora: “Nous sommes tombés dans la dictature de l’argent” (Siamo caduti nella dittatura del denaro), parlando della civilizzazione. Un umanista, un uomo che lotta per l’uguaglianza. Gli ho detto che ero disposto ad andare a Mosca per parlare con Putin, se ce ne fosse bisogno. Mi ha risposto molto cortesemente [il Ministro degli Esteri] Lavrov: grazie, ha risposto, ma per il momento non era necessario. Ma da quel momento ci siamo interessati tanto. Ho parlato tre volte al telefono con il Presidente Zelensky; poi con l’Ambasciatore ucraino alcune volte in più. E si fa un lavoro di avvicinamento, per cercare soluzioni.