martedì 15 novembre 2022

Bahrain
Papa Francesco, la richiesta al re del Bahrein cade nel vuoto: nessuna amnistia (finora) per i prigionieri sciiti

(Franca Giansoldati, Il Messaggero)
Nessuna amnistia ai prigionieri sciiti. L'appello personale che Papa Francesco aveva rivolto al re del Bahrein durante il suo recente viaggio nel Golfo, perorando la causa per la liberazione di alcuni detenuti politici in carcere dal 2011, tutti appartenenti alla corrente dello sciismo, finora non ha avuto alcun effetto. Il re Khalifa non ha dato seguito alla richiesta papale, nonostante le attese della vigilia. Il Vaticano riteneva possibile e auspicabile che re Khalifa concedesse l'amnistia, inquadrandola in un gesto di magnanimità solitamente verificabile in occasione di eventi importanti o storici nel piccolo regno confinante con l'Arabia Saudita e popolato da una maggioranza sciita mentre i governanti fanno parte della minoranza sunnita.
L'appello papale fatto durante i colloqui riservati al re si collega ad un lungo percorso diplomatico all'interno del mondo islamico. Durante il suo viaggio in Iraq, due anni fa, ebbe modo di parlare con l'Ayatollah Al Sistani, uno dei massimi leader sciiti al mondo. Il sogno che Papa Francesco accarezza è di riuscire ad aprire inediti spiragli di dialogo tra sciiti e sunniti. Così la richiesta che Francesco ha fatto arrivare al Bahrein chiedendo innanzitutto il rispetto dei diritti umani e della vita dei condannati va letta in quella direzione.
Durante il viaggio in Bahrein il Papa ha chiesto anche che venga rispettata la libertà religiosa non solo per i cristiani (che comunque godono di una discreta protezione, tanto da poter andare a messa ed esercitare il culto normalmente) ma anche per gli sciiti, visto che tante loro moschee sono state rase al suolo. «Chiedo che la libertà religiosa diventi piena e non si limiti alla libertà di culto; perché uguale dignità e pari opportunità siano concretamente riconosciute ad ogni gruppo e ad ogni persona».
Tra le ong più attive in Bahrein c'è la American for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB), fondata da Husain Abdulla, che si occupa della salvaguardia dei diritti umani e della democrazia nei paesi del Golfo, aveva sollevato timori sulla visita papale: «il rischio è che sia solo un tentativo da parte della casa regnante bahreinita di legittimare le proprie azioni con il beneplacito del Pontefice. Il Papa non può essere strumento di propaganda e, nella nostra opinione, non deve offrire la sua amicizia a tale regime».