mercoledì 15 giugno 2022

Vaticano
Mons. Paul Richard Gallagher insiste e lancia un allarme: non si può e non si deve negoziare l'integrità territoriale dell'Ucraina. Ma per ora è l'unico in Vaticano a dirlo (1/2)

Mons. P.R. Gallagher e Ministro ucraino D. Kuleba
Mons. Gallagher: occorre "resistere alla tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale dell'Ucraina." La diplomazia vaticana guidata dal Papa ha commesso troppi errori.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Ieri il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Richard Gallagher, è intervenuto ad un colloquio sulle migrazioni alla Pontificia Università Gregoriana. Mons. Gallagher tra il 18 e il 21 maggio visitò alcune città dell'Ucraina e al termine, in una conferenza stampa, parlò - ed è stata la prima autorità vaticana a farlo e fino ad oggi è ancora l'unico - sull'integrità territoriale dell'Ucraina come una questione fondamentale. L’arcivescovo Gallagher, il 20 maggio a Kyiv, disse che la "Santa Sede difende l'integrità territoriale dell'Ucraina". Poco prima, l'arcivescovo aveva sottolineato: "La visita vuole dimostrare la vicinanza della Santa Sede e di Papa Francesco al popolo ucraino, particolarmente alla luce dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina”. Ieri, all'Università Gregoriana, l'arcivescovo ha voluto ribadire: "Dobbiamo lavorare per la pace e sottolineare anche la dimensione ecumenica. Inoltre dobbiamo resistere alla tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale dell'Ucraina."
E' singolare però che mons, Gallagher usi un linguaggio diretto, senza giri di parole, senza incisi, per dire chiaramente ciò che vuole comunicare, far capire. Sino ad oggi, dopo 112 giorni di guerra, il capo della diplomazia della Sede Apostolica, ha insistito con trasparenza sulla questione specifica - non trascurabile - dell'integrità territoriale ucraina e addirittura ha lanciato un allarme: occorre "resistere alla tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale dell'Ucraina."
Papa Francesco non ha mai toccato questa questione, seppure di rilevanza notevole, in 55 interventi pubblici dal 27 febbraio a ieri, 14 giugno. La materia, essenziale in un percorso vero e onesto di pace, non è stata mai affrontata da Francesco così come non si è mai pronunciato su altre questioni ugualmente fondamentali. 
Quanto si legge nella trascrizione dell'incontro del Pontefice con i responsabili delle riviste culturali dei gesuiti in Europa, pubblicata ieri, consente di capire - almeno parzialmente - il perché della particolare lettura che il Pontefice fa della crisi russo-ucraina e sulla quale alcuni suoi amici sono andati personalmente a Santa Marta per raccontare e spiegare al Santo Padre le critiche alle sue posizioni e pronunciamenti sull'aggressione di Putin contro l'Ucraina. 
Su questo passaggio torneremo in un altro post analizzando da vicino le dichiarazioni dell’accademico ucraino Myroslav Marynovych, Vice rettore dell'Università Cattolica di Leopoli. Il professore ha esposto recentemente al Papa la convinzione generalizzata nel suo Paese secondo la quale il Vaticano, da sempre, ha guardato e guarda l’Ucraina attraverso "un prisma russo" (che include anche i condizionamenti del Patriarcato di Mosca nei confronti della Santa Sede).
Molte dichiarazioni del Papa sulla guerra in corso, e sui Paesi in conflitto, diffuse ieri dalla rivista “La Civiltà Cattolica” avranno delle conseguenze pesanti, negative per la diplomazia vaticana, in notevole difficoltà dal 24 febbraio scorso. E' una diplomazia in affanno per vie delle tensioni che si sono create tra il Pontefice ed ecclesiastici esperti e grandi conoscitori dell'aerea centroeuropea e russa, alcuni di loro lavorano da molti anni con questi dossier. Si tratta tra l'altro di voci autorevoli che da mesi non vengono ascoltate e tenute in considerazione.
La prima impressione raccolta in serata ieri, soprattutto in ambienti diplomatici, lascia intravedere, da un lato, perplessità poiché si ritiene che Papa Francesco ha parlato un po' senza freni e in alcuni passaggi non sempre con la prudenza e l'equilibrio richiesti dalla situazione. Nel testo de "La Civiltà Cattolica" appare un Pontefice desideroso di comunicare molte delle sue opinioni e analisi personali. Questo stile, molto egemone in questi ultimi mesi, potrebbe essere riduttivo per la missione e il ministero del Pontefice.