lunedì 13 giugno 2022

Russia
L'alta burocrazia diplomatica russa prova a intorbidire le acque con una presunta mediazione vaticana presentata come "possibile assistenza per raggiungere la pace e fermare le ostilità in Ucraina"

(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo")
Alexei Paramonov, direttore del primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, già conosciuto per le dichiarazioni che fa periodicamente, in particolare contro l'Europa e l'Italia, Paese dal quale ha ricevuto un'onorificenza voluta dal Ministro Luigi Di Maio (che poi, dicono, gli è stata tolta), oggi ha assicurato: "La dirigenza vaticana ha più volte dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e fermare le ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e fiducioso su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina. Tutte le iniziative della Santa Sede e di papa Francesco che possono portare alla pace in Europa sono percepite con grande rispetto e, naturalmente, possono essere richieste se si presentano i presupposti appropriati".
In questo tipo di castronerie fuorvianti e malevole, Alexei Paramonov è un esperto già conosciuto per le sue dichiarazioni maldestre in questo periodo di guerra.
Appare del tutto evidente che questa manovra mediatica russa è un tassello in più per favorire la strategia in atto: guadagnare tempo finché non si conferma un successo militare schiacciante di Mosca nell'area del Donbass e dintorni. In concreto, con questa dichiarazione Lavrov, tramite Paramonov, prova a imbrogliare la diplomazia vaticana, a confondere le acque della politica internazionale già torbide da tempo e a creare condizioni per far perdere tempo, per far credere che ci sono cambiamenti in corso a Mosca e che quindi è prudente non spingere con le sanzioni e con le forniture di armi all'Ucraina.
Da quanto abbiamo potuto apprendere da ambienti diplomatici vaticani, le relazioni bilaterali con la Russia ci sono, rallentate e farraginose, ma funzionano soprattutto per quanto riguarda le questioni umanitarie e assistenziali. Dal Cremlino non arriva nessun cenno ad eventuali materie politico-diplomatiche e così sarà fin quando Putin non farà la chiamata telefonica al Papa che molti in giro per il mondo si attendono.
In questo ambito di alto livello va ricordato che Papa Francesco non ha mai parlato con Putin, cosa che è stata detta e ribadita. Il Pontefice ha chiesto ben tre volte questo incontro telefonico con il capo del Cremlino e ha dichiarato di essere disposto a recarsi personalmente a Mosca. Con il Presidente ucraino, D. Zelensky, ha parlato tre volte dall'inizio del conflitto e la prima fu il sabato 26 febbraio verso le ore 20. Il ricordo di questa prima telefonata del Papa, collocato nel primo giorno di guerra (24 febbraio), è impreciso.
C'è un'ultima considerazione da ripetere: qualcuno può immaginare che i Capi di stato e di governo dagli Stati Uniti al Giappone, passando per l'Australia e l'Unione Europea, accetterebbero di dialogare con Vladimir Punti tramite la Santa Sede e il Papa? E poi quale collocazione avrebbe la Cina in una ipotetica mediazione vaticana così come la presenta l'alto funzionario russo?