martedì 1 marzo 2022

Vaticano
L'attacco russo all'Ucraina, il Vaticano, e un certo marasma giornalistico sulla guerra di Putin contro l'Ucraina

(a cura Redazione “Il sismografo”)
Ci occupiamo d'informazione vaticana e sul Vaticano da oltre 40 anni e una piccola esperienza possiamo vantare. Tra le conoscenze acquisite ce n'è una molto rilevante e che abbiamo seguito in decine di circostanze: spesso nei momenti internazionali difficili, attorno al Vaticano, e a volte dall'interno del Vaticano stesso, si fanno circolare 'indiscrezioni autorevoli' che sono delle balle gigantesche, pericolosissime. Da alcune ore circolano due di queste balle: la prima assicura, citando le scontate 'fonti interne ben informate', che Papa Francesco ha visitato sabato scorso la sede dell'ambasciata della Russia presso la Santa Sede (in via della Conciliazione 10, a Roma) per poter parlare con il capo del Cremlino tramite tecnologia telefonica super sicura e ermeticamente criptata. Altrimenti Putin non avrebbe risposto alla chiamata presunta del Pontefice.
Perché questa versione è una balla?
Semplicemente perché il Vaticano dispone di una batteria telefonica super attrezzata per proteggere e criptare le telefonate dei suoi massimi responsabili. Per Il Pontefice non era necessario uscire dalla Città del Vaticano per una conversazione telefonica di questo tipo. Ieri, in un'intervista a 4 testate italiane il Segretario di stato Pietro Parolin ha precisato il senso e la natura della visita di Francesco dicendo: "La Santa Sede, che in questi anni ha seguito costantemente, discretamente e con grande attenzione le vicende dell’Ucraina, offrendo la sua disponibilità a facilitare il dialogo con la Russia, è sempre pronta ad aiutare le parti a riprendere tale via. Rinnovo l’invito pressante che il Santo Padre ha fatto durante la sua visita all’Ambasciata russa presso la Santa Sede, a fermare i combattimenti e tornare al negoziato. Occorre interrompere subito l’attacco militare, delle cui tragiche conseguenze siamo tutti testimoni."
Questo casomai era un messaggio del Papa da trasmettere a Putin.
L'altra voce che gira con insistenza si riassume così: il Papa è molto interessato a spingere in favore di una facilitazione o accompagnamento di un dialogo tra Mosca e Kiev e pensa di affidare questo delicato compito ad una sorta di meccanismo diplomatico parallelo poiché Putin non potrebbe mai accettare l'intervento diretto del Vaticano e del Pontefice nella crisi. Il Papa non è solo il Pastore universale dei cattolici (non di altri cristiani), ma è anche Capo, sovrano, di uno Stato che la Cina di Xi Jinping non riconosce formalmente.
Si sa che in questa crisi internazionale la Cina è il convitato di pietra, sempre presente seppure sfumato.
A questo punto i soliti beninformati sottolineano ciò che ritengono sia il ragionamento implicito del Cremlino: in questo modo Putin si garantisce, con l'ipotetica facilitazione di Papa Francesco, una via di fuga dal tragico pasticcio che ha creato, addomestica o placca la rabbia degli occidentali, ferma le sanzioni e non irrita i cinesi.
Oltre all' insensatezza di questo scenario ipotizzato da persone fantasiose e affabulatori di turno resta una domanda centrale: quale sarebbe questo meccanismo diplomatico para-vaticano credibile agli occhi di Vladimir Putin?