Oggi in tutto il mondo si prega per la pace in Ucraina, aggredita e umiliata. Si prega anche per gli aggressori russi. Uno sguardo diverso sulla preghiera perché non sia rituale e scontata
(L.B. - a cura Redazione "Il sismografo") Anni fa, lavoravo ancora presso la Radio Vaticano, mi capitò di poter avvicinare Madre Teresa di Calcutta, che accettò alcune domande nelle vicinanze del Braccio Carlo Magno, a Piazza San Pietro. Ero emozionato e nervoso e il mio inglese era clamorosamente insufficiente. Ho chiesto alla religiosa, ora santa, se poteva offrire alla Radio del Papa alcune riflessioni sulla fame nel mondo. Lei, donna ferrea e gentile, coprì con la mano sinistra il mio microfono e guardandomi in modo penetrante mi disse: "Giovanotto, stia attento con alcune parole ... Non sia leggero quando pronuncia parole come guerra, fame, miseria, povertà. Ricordi sempre che sono tutti concetti, astrazioni, idee. Sono espressioni che aiutano ma non sono mai sufficienti per dirci cos’è un uomo e una donna sofferenti. Noi cristiani siamo chiamati ad amare e difendere l'uomo, la persona e la dignità dei figli di Dio, che sono sempre carne e ossa. Io, nei tanti anni di vita che il Signore mi ha donato, non ho mai visto camminare sulle strade di Calcutta o in giro per il mondo la guerra, la fame, la miseria o la povertà. Ho visto e toccato morti di guerra, bambini poveri, donne misere, anziani e affamati, moribondi per strada leccati dai cani”.
Potrei narrare a lungo questo incontro per me sconvolgente. Ora lo voglio ricordare brevemente e riportarlo all'attualità di questi giorni per dire che ci sono in questo momento due Ucraina: la prima, quella della politica, della diplomazia, dei rapporti di forza e delle dinamiche geopolitiche e geo-ecclesiali. Ma ce n'è anche un'altra ed è l'Ucraina dei suoi figli in carne ed ossa, oggi assediati, affamati, bombardati, uccisi ...
Questo sguardo sul dolore delle vittime di Madre Teresa di Calcutta, e anche sulle persone che aggrediscono, cambia radicalmente la visione sulla pace e la guerra e dà senso alla preghiera. (Luis Badilla)
(L.B. - a cura Redazione "Il sismografo") Anni fa, lavoravo ancora presso la Radio Vaticano, mi capitò di poter avvicinare Madre Teresa di Calcutta, che accettò alcune domande nelle vicinanze del Braccio Carlo Magno, a Piazza San Pietro. Ero emozionato e nervoso e il mio inglese era clamorosamente insufficiente. Ho chiesto alla religiosa, ora santa, se poteva offrire alla Radio del Papa alcune riflessioni sulla fame nel mondo. Lei, donna ferrea e gentile, coprì con la mano sinistra il mio microfono e guardandomi in modo penetrante mi disse: "Giovanotto, stia attento con alcune parole ... Non sia leggero quando pronuncia parole come guerra, fame, miseria, povertà. Ricordi sempre che sono tutti concetti, astrazioni, idee. Sono espressioni che aiutano ma non sono mai sufficienti per dirci cos’è un uomo e una donna sofferenti. Noi cristiani siamo chiamati ad amare e difendere l'uomo, la persona e la dignità dei figli di Dio, che sono sempre carne e ossa. Io, nei tanti anni di vita che il Signore mi ha donato, non ho mai visto camminare sulle strade di Calcutta o in giro per il mondo la guerra, la fame, la miseria o la povertà. Ho visto e toccato morti di guerra, bambini poveri, donne misere, anziani e affamati, moribondi per strada leccati dai cani”.
Potrei narrare a lungo questo incontro per me sconvolgente. Ora lo voglio ricordare brevemente e riportarlo all'attualità di questi giorni per dire che ci sono in questo momento due Ucraina: la prima, quella della politica, della diplomazia, dei rapporti di forza e delle dinamiche geopolitiche e geo-ecclesiali. Ma ce n'è anche un'altra ed è l'Ucraina dei suoi figli in carne ed ossa, oggi assediati, affamati, bombardati, uccisi ...
Questo sguardo sul dolore delle vittime di Madre Teresa di Calcutta, e anche sulle persone che aggrediscono, cambia radicalmente la visione sulla pace e la guerra e dà senso alla preghiera. (Luis Badilla)