(L.B. - R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Martedì 5 ottobre, in una Sala speciale allestita presso i Musei Vaticani, si apre la seconda udienza del cosiddetto processo del Tribunale unico del Vaticano contro ciò che si può riassumere come "card. Becciu + 9". Questo processo si è aperto il 27 luglio scorso, a 10 mesi dal 24 settembre 2020, giorno in cui Papa Francesco avrebbe accettato "la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu." [1] Dal 25 settembre 2020, giorno della sua conferenza stampa, il cardinale Becciu ha sempre parlato tramite i suoi legali e poi alla fine della prima udienza del processo, lo scorso 27 luglio, ha ribadito di essere sempre stato obbediente al Papa. [2]Processo: imputati, accuse e offesi
Dopo diversi mesi pieni di incertezze, per usare un eufemismo, con l'uso disgustoso della collaudata 'macchina del fango' che raccoglie esperti ovunque, il porporato è stato accusato, segnalato, indicato e sospettato di tutto e di più e pochi, fuori e dentro delle Mura vaticane, riconobbero che G.A. Becciu aveva e ha diritto alla presunzione d'innocenza così come gli altri 9 accusati, e qualsiasi accusato nel mondo. Ed è quello che in questi giorni ha chiesto al Papa il cardinale George Pell quando ha ribadito che il cardinale Becciu ha diritto ad un processo giusto.
Il Pontefice, alla fine, decise di rinviare a giudizio queste persone e a tale scopo modificò riformando, correggendo o integrando testi legislativi del Codice di diritto penale con due diversi Motu propri.[3] [4]
Il 1° luglio 2021 l'Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano depositò un documento di quasi 500 cartelle per rinviare o citare a giudizio 14 soggetti, 10 persone fisiche e 4 organizzazioni commerciali e finanziarie. (Richiesta di emissione di decreto di citazione)
Il 1° luglio 2021 l'Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano depositò un documento di quasi 500 cartelle per rinviare o citare a giudizio 14 soggetti, 10 persone fisiche e 4 organizzazioni commerciali e finanziarie. (Richiesta di emissione di decreto di citazione)
Le accuse o capi d'imputazione dei Promotori di giustizia sono 9 e le persone offese 2:
Accuse:
1 - truffa
2 - peculato
3 - abuso d'ufficio
4 - autoriciclaggio
5 - riciclaggio-autoriciclaggio
6 - corruzione
7 - appropriazione indebita
8 - estorsione
9- subordinazione
Persone offese:
- Segreteria di stato
- Istituto per le Opere di Religione
I due Promotori di giustizia
Accuse:
1 - truffa
2 - peculato
3 - abuso d'ufficio
4 - autoriciclaggio
5 - riciclaggio-autoriciclaggio
6 - corruzione
7 - appropriazione indebita
8 - estorsione
9- subordinazione
Persone offese:
- Segreteria di stato
- Istituto per le Opere di Religione
I due Promotori di giustizia
Il 27 luglio, nella prima udienza in Vaticano i difensori degli imputati presentarono al Tribunale numerosi quesiti e richieste come preliminari dell'avvio del processo. Tutte queste istanze furono rifiutate dai due Promotori di Giustizia, aggiunto e applicato, e il loro Provvedimento fu depositato il 9 agosto scorso presso il Tribunale vaticano. [5]
Furono rifiutate richieste decisive per determinare l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato, in particolare la "prova" video e audio delle dichiarazioni di mons. Alberto Perlasca.
Furono rifiutate richieste decisive per determinare l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato, in particolare la "prova" video e audio delle dichiarazioni di mons. Alberto Perlasca.
A parere di questo ufficio - si legge del Provvedimento - gli audio non
possono essere consegnati" per tutelare la privacy di mons. A. Perlasca,
del traduttore e dei legali, e si spiega inoltre che "l'unico atto di
documentazione delle dichiarazioni resta il processo verbale redatto".
Dunque la "richiesta di trascrizione delle registrazioni è, a parere di
questo ufficio irricevibile". I Promotori sottolineano ancora: le
registrazioni di Perlasca sono state fatta allo "scopo di prevenire e
rimuovere eventuali contestazioni al momento della formazione e della
chiusura del verbale redatto a norma del codice". Alla fine i Promotori
aggiunto e applicato chiedono al Presidente G. Pignatone di rivedere la
sua decisione disponendone la revoca. Ove si ravvivasse la necessità di
una ostensione dei contenuti si chiede che ciò venga "disposto solo
attraverso la visione in cancelleria dei materiali con modalità tali da
impedire ogni forma di registrazione e o riproduzione mutuando al
riguardo la disciplina introdotta dal legislatore italiano con
riferimento alla materia delle intercettazioni telefoniche»
Legali di Becciu
"Ci sorprende il mancato integrale deposito. Non credo che un’ordinanza del Giudice terzo, ancorché non condivisa da una delle parti, possa non essere eseguita" sottolinea all’Adnkronos l’avvocato Fabio Viglione dopo la richiesta dei pm del Vaticano. "E’ un principio cardine di ogni accertamento giurisdizionale. Il Tribunale - annota Viglione - ha ascoltato tutte le parti in contraddittorio ed ha emesso un provvedimento che va rispettato ed eseguito nella sua interezza".
Legali di Tirabassi
"Il provvedimento dei promotori di giustizia è sorprendente e unico nella storia dei processi penali in quanto una delle parti sostanzialmente rifiuta di dare esecuzione a un ordine del Tribunale con motivazioni che potremmo definire capziose. Provvedimento che riguarda una prova delicatissima, quali le dichiarazioni accusatorie di un ex imputato ascoltato senza difensore". A dirlo all’Adnkronos l’avvocato Cataldo Intrieri difensore, insieme al collega Massimo Bassi, di Fabrizio Tirabassi dopo il ‘no’ da parte dei promotori di giustizia vaticani al deposito delle registrazioni audio-video di monsignor Alberto Perlasca nell’ambito del processo sullo scandalo legato alla compravendita del Palazzo londinese.
***
[1] Perché scriviamo "avrebbe"?
Semplicemente perché lo stesso porporato defenestrato, nella conferenza stampa del 25 settembre 2020, raccontò: "Ieri fino all 6.02 mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del Papa. Poi il Papa dice che non ha più fiducia in me perché gli è venuta la segnalazione dei magistrati che io avrei commesso atti di peculato". Si tratta di un distinguo fondamentale dal punto di vista dei diritti umani e della dignità della persona: un conto è rinunciare e un altro conto è essere obbligato a rinunciare.
[1] Perché scriviamo "avrebbe"?
Semplicemente perché lo stesso porporato defenestrato, nella conferenza stampa del 25 settembre 2020, raccontò: "Ieri fino all 6.02 mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del Papa. Poi il Papa dice che non ha più fiducia in me perché gli è venuta la segnalazione dei magistrati che io avrei commesso atti di peculato". Si tratta di un distinguo fondamentale dal punto di vista dei diritti umani e della dignità della persona: un conto è rinunciare e un altro conto è essere obbligato a rinunciare.
[2] (Testo completo) "Obbediente al Papa che mi ha rinviato a giudizio...sono sempre stato obbediente al Papa. Mi ha incaricato di tante missioni nella mia vita, ha voluto che venissi a processo e sto venendo al processo. Sono sereno, mi sento tranquillo in coscienza, ho la fiducia che i giudici sapranno bene vedere i fatti e la mia grande speranza è certezza che riconoscano la mia innocenza. Poi vorrei dire che, con grande dispiacere e dolore, ho dato mandato agli avvocati di denunciare per calunnia monsignor Alberto Perlasca e la signora Francesca Immacolata Chaouqui per le gravi falsità che hanno detto su di me e che sono apparse nelle carte processuali.”
[3] Motu proprio - 30 aprile 2021
[4] Motu proprio 8 febbraio 2021
[5] Non si sa con certezza cosa è oggi il famigerato mons. Alberto Perlasca. La domanda chiave nel caso di questa persona è chiara e diretta: perché una persona che doveva essere fra gli imputati principali dello scandalo immobiliare di Londra invece non è stata indagata e neanche rinviata a giudizio? Perlasca è veramente innocente o è un pentito o un dissociato? La questione Perlasca è dirimente per la giustizia vaticana della quale dubitano in troppi e nella quale molti Stati del mondo credono poco. Mons. Alberto Perlasca è stato in passato Responsabile dell'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato ed era un prelato potentissimo al quale piaceva ripettere: ' qui anche le macchine del caffé hanno orecchie'.
[3] Motu proprio - 30 aprile 2021
[4] Motu proprio 8 febbraio 2021
[5] Non si sa con certezza cosa è oggi il famigerato mons. Alberto Perlasca. La domanda chiave nel caso di questa persona è chiara e diretta: perché una persona che doveva essere fra gli imputati principali dello scandalo immobiliare di Londra invece non è stata indagata e neanche rinviata a giudizio? Perlasca è veramente innocente o è un pentito o un dissociato? La questione Perlasca è dirimente per la giustizia vaticana della quale dubitano in troppi e nella quale molti Stati del mondo credono poco. Mons. Alberto Perlasca è stato in passato Responsabile dell'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato ed era un prelato potentissimo al quale piaceva ripettere: ' qui anche le macchine del caffé hanno orecchie'.