giovedì 3 giugno 2021

Vaticano
Le Visite in Ungheria e in Slovacchia con criteri pastorali, ecclesiali e diplomatici asimmetrici? Potrebbe essere un boomerang ...

(L.B. - R.C., a cura Redazione "Il sismografo")
I primi giorni di luglio 2014, Papa Francesco, a sorpresa, annunciò che avrebbe fatto presto una visita ad un suo amico pastore protestante e alla comunità che guidava nella città di Caserta nel sud d'Italia.  Da subito, in molti, ricordarono con qualche tono polemico, che il Pontefice aveva dimenticato che Caserta era anche una diocesi cattolica e che dunque occorreva fare una visita a quella comunità cattolica prima o al contempo. La questione per alcuni giorni diventò delicata e non mancarono le tensioni. Fu l'allora Sostituto della Segretaria di Stato, mons, Angelo Becciu, a risolvere l'intero "grosso pasticcio" con un annuncio opportuno: Papa Francesco il 26 luglio visiterà la diocesi di Caserta e la domenica successiva, il 28 luglio 2014, visiterà la Chiesa evangelica di Caserta e il suo amico pastore.Oggi, a sette anni di distanza da questi fatti delicati, risolti con un intervento saggio ed equilibrato di mons. Becciu, che tra l'altro Papa Francesco ringraziò pubblicamente dicendo che era stato il prelato Sostituto "a levargli la corda dal collo". Ecco le parole di Francesco: “Sono contento e mi sento un po’ colpevole di avere combinato tanti problemi nel giorno della festa patronale. Ma io non sapevo. E quando ho chiamato il vescovo per dirgli che volevo venire a fare una visita privata, qui, ad un amico, il pastore Traettino, lui mi ha detto: ‘Ah, proprio il giorno della festa patronale!’. E subito ho pensato: ‘Il giorno dopo sui giornali ci sarà: nella festa patronale di Caserta il Papa è andato dai protestanti’. Bel titolo, eh? E così abbiamo sistemato la cosa, un po’ in fretta, ma, mi ha aiutato tanto il vescovo, e anche la gente della Segreteria di Stato. Ho detto al sostituto, quando l’ho chiamato: ‘Ma, per favore, toglimi la corda dal collo’. E l’ha fatto bene”. (Il Fatto Quotidiano - Mons. Alise di Caserta, morto nel mese d'ottobre 2020)
In questi giorni e da qualche settimana, la Santa Sede è di fronte ad un fatto diverso che però ha punti di contatto con Caserta. Si tratta della Visita del Papa a Budapest, capitale dell'Ungheria, dove il Santo Padre si dovrebbe recare il 12 settembre prossimo per chiudere il 52.mo Congresso Eucaristico Internazionale. Rientrando dall'Iraq, sull'aereo, l'8 marzo scorso, il Pontefice precisò: "Ottavo anno del pontificato. Non so se i viaggi si rallenteranno o no, solo vi confesso che in questo viaggio mi sono stancato molto di più che negli altri. Gli 84 [anni] non vengono da soli! È una conseguenza... Ma vedremo. Adesso [in settembre] dovrò andare in Ungheria alla Messa finale del Congresso Eucaristico Internazionale. Non una visita al Paese, alla Messa. Ma Budapest è a due ore di macchina da Bratislava: perché non fare una visita agli slovacchi? Non so… E così incominciano le cose..."
Da quel momento la situazione su Ungheria e Slovacchia si è molto ingarbugliata poiché, oggettivamente, appare un fatto incontestabile che Francesco visiterà per ragioni religiose la capitale magiara Budapest e poi, dopo 200 km a nordovest, oltre il confine con la Slovacchia, potrebbe essere ricevuto a Bratislava dalle massime autorità locali per una Visita ufficiale di stato di almeno due giorni.
Qui c'è qualcosa che non quadra, almeno dal punto di vista della formalità diplomatica e protocollare. Ragionare così è una mossa sbagliata. Quello che fa il Papa, qualsiasi Papa, non può apparire o essere presentato - come ha fatto certa stampa in queste settimane - come un uso della la sua diplomazia per dividere, separare e distinguere Paesi, popoli e classi governanti. Il Papa e le sue braccia paterne sono aperte a tutti, come diceva s. Giovanni Paolo II quando lo criticavano perché concedeva udienza al leader storico dei palestinesi, Yasser Arafat.
Mercoledì 26 giugno scorso si attendeva la pubblicazione del Programma pontificio in Ungheria, cosa di grande rilevanza, e si attendeva anche una precisazione sulla presunta Visita in Slovacchia annunciata a più riprese dalle massime autorità del Paese con al centro un mega incontro di Francesco con il popolo Rom (quartiere di Luník IX, comune e città di Košice). Il comunicato però non è arrivato e non si sa quando sarà fatto e quale sarà il suo contenuto.
Soprattutto non si sa come si metteranno le cose: un solo viaggio (Ungheria)? O due in date diverse (formula Caserta)? Oppure insieme? Ci sarà una diversità sostanziale nella impostazione dei due Pellegrinaggi? Si farà come nel caso delle Visite ai Paesi Caucasici?
Insomma, cosa si farà per evitare che un evento così importante e bello, come abbracciare il popolo magiaro e quello slovacco, diventi uno strappo o un boomerang?