(Luis Badilla - a cura Redazione "Il sismografo") Il presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano dal 3 ottobre 2019, Giuseppe Pignatone, prestigioso giurista italiano, ora in pensione, ex Procuratore di Roma, oggi su La Stampa scrive sulla mafia che conosce bene e contro la quale combatte da una vita. Da molto tempo scrive e firma testi molto interessanti, coraggiosi e intelligenti. Ho letto numerose volte i suoi articoli su La Repubblica, su La Stampa e, se non ricordo male, anche su altre testate. Allo stato attuale delle cose, il capo del Tribunale unico vaticano dunque, è un editorialista del Gruppo GEDI che edita la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, e 13 testate locali.
Buona parte di queste testate, proprietà di GEDI, da settimane conducono una vera e propria campagna contro il cardinale Angelo Becciu, accusato senza prove e senza processo, di ogni nefandezza, ogni giorno e spesso con documenti che potrebbero essere riservati o segreti, alcuni dei quali - se veri - probabilmente rubati al Vaticano (come nel caso Vatileaks 2) e che sono serviti in questi giorni per "argomentare" contro il porporato sardo.
Io non conosco la verità. Non ho documenti contro o a favore del cardinale Becciu. Non so se è colpevole e di cosa, ma sono difensore estremo del diritto alla presunzione d'innocenza, sempre e ovunque, mai per calcolo o convenienza.
A questo punto la mia domanda è una sola: come è possibile che il Presidente del Tribunale unico vaticano, - tenendo conto del caso Becciu - sia anche un collaboratore del Gruppo GEDI proprietario de L'Espresso?
La questione è importante. Evoca Vatileaks 2 e le parole con le quali Papa Francesco nell'Angelus del 8 novembre 2015 denunciò pubblicamente con coraggio, tempestività e trasparenza il furto di documenti vaticani riservati.
Ecco le parole di Francesco dopo l'Angelus del 8 novembre 2015
Cari fratelli e sorelle,
so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati.
Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili.
Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato.
Quindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza.
Cari fratelli e sorelle,
so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati.
Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili.
Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato.
Quindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza.