domenica 24 giugno 2018

L'Osservatore Romano
«I bambini contano su di noi, ma noi non siamo in grado nemmeno di sapere quanti sono» e tanto meno di conoscere i reali progressi rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) che la comunità mondiale si è prefissata di raggiungere entro il 2030. Lo denuncia un rapporto dell’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, sottolineando che oltre mezzo miliardo di bambini vivono in paesi dove non esistono sistemi di monitoraggio della lotta alla fame e alla povertà. «Più della metà dei bambini del mondo vive in paesi in cui non possiamo tracciare i progressi degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) e quando ciò è possibile questi dati risultano fuorvianti» ha dichiarato Laurence Chandy, direttore dell’Unicef della divisione dati, ricerche e politiche. «Il mondo deve rinnovare il suo impegno ad attenersi agli Sdgs — ha aggiunto — cominciando dal misurarli».
Due anni fa, con il lancio degli obiettivi di sviluppo sostenibile, i leader del mondo hanno sottoscritto un’ambiziosa agenda per dare a ogni bambino la migliore possibilità di vita. Ma attraverso la prima analisi comprensiva dei progressi fatti per raggiungere questi obiettivi, l’Unicef ha rilevato un’allarmante mancanza di dati in ben 64 paesi.
In pratica, ci sono più di mezzo miliardo (520 milioni per la precisione) di bambini di cui non si hanno notizie. Bambini che vivono in paesi in cui mancano completamente i dati su almeno due terzi degli indicatori Sdgs sui minori, o che non hanno dati sufficienti per analizzare il loro progresso. Dove i dati sono invece disponibili, i progressi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono insufficienti in altri 37 paesi.
Secondo gli attuali tassi di progresso, tra oggi e il 2030, se non si invertirà la rotta, altri dieci milioni di bambini moriranno per cause prevenibili prima di avere compiuto 5 anni; 31 milioni di bambini soffriranno di malnutrizione cronica; 670 milioni di persone, molte delle quali bambini, non avranno ancora acqua potabile; 22 milioni di bambini non riceveranno l’istruzione prescolastica e più di 150 milioni di ragazze saranno spose prima di aver compiuto 18 anni di età. Perciò l’Unicef chiede uno sforzo sistematico e coordinato: «Se il mondo si muove verso l’eradicazione della povertà, la risposta ai cambiamenti climatici e la costruzione di società pacifiche e inclusive entro il 2030, bisogna iniziare con una fotografia chiara di dove siamo e dove dobbiamo andare».
L'Osservatore Romano, 23-24 giugno 2018.