martedì 24 ottobre 2017

(a cura Redazione "Il sismografo")
(LB-FG) In pratica non c'è giorno in cui Papa Francesco non ricordi ai cristiani, al santo Popolo di Dio, le insidie del "dio denaro", i suoi tranelli, e le sue conseguenze. Più di una volta ha fatto riferimento all'ipocrisia del voler accumulare denaro usando come pretesto le "opere di bene". Ma, in questi giorni si è molto parlato, con prese di posizione autorevoli, di una maglietta con la figura di Francesco ritratto come "papa superman" da vendere per ricavare, in parte, denaro per finanziare opere di carità. A lungo abbiamo atteso una smentita o precisazione ma non è arrivata. Sono anzi cresciute le voci per confermare, appoggiare e giustificare l'operazione anche se lo stesso Papa, tempo fa, criticò duramente questa "mitologia" del superman.  Va ricordato che oltre alla maglietta in queste settimane si è avuto notizia, anch'essa corroborata dall'alto, di altre operazioni artistico-culturali con lo stesso discutibile scopo. Ma vediamo nel dettaglio la vicenda del "superpope":

Intervista di Ferrucio De Bortoli a Papa Francesco (5 marzo 2014).
Domanda di De Bortoli: C’è qualcosa nella sua immagine pubblica che non le piace?
Risposta di Papa Francesco:
«Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco. Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente. Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c’è un’aggressione. Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale».
I contenuti dello scambio tra De Bortoli e il Papa facevano riferimento al famoso dipinto murale che il 28 gennaio 2014 è apparso sul muro di un palazzo di via Plauto, a Borgo Pio, e che raffigurava Francesco in  versione "Superman" (vedi fotografia).
Tra l'altro il "mural", che poi era una decalcomania dello street artist Mauro Pallotta, è stato cancellato in poche ore. A mezzogiorno del 28 gennaio 2014 già non c'era più.

***
Il Prefetto
Il 9 ottobre 2017, in un servizio di Stefano Leszczynski della Radio Vaticana, si riportano considerazione di mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segretaria per la comunicazione, che fanno pensare che in questa vicenda qualcosa cosa non quadra: sembra infatti che oggi quella stessa immagine sia divenuta l’emblema ufficiale di un’iniziativa diretta anche a finanziare l’Obolo di San Pietro e dunque le opere di carità del Papa stesso.
Ecco alcuni stralci del servizio:
«Con quest’immagine – spiega il Prefetto della segreteria per la Comunicazione – è stata creata una maglietta ufficiale in vendita sul sito Internet www.superpope.it , i cui proventi vanno in parte a finanziare le opere di carità del Papa. Sul retro della maglietta sono, inoltre, riportate alcune frasi di Papa Francesco, la prima delle quali è dedicata alla misericordia: “La misericordia è il primo attributo di Dio. E’ il nome di Dio».
La maglietta è stata presentata al pubblico in occasione del Romics, la Fiera del Fumetto di Roma, ed ha riscosso un grande favore. A chi si sorprende delle ragioni di tanto successo mons. Viganò risponde così: «Perché in un contesto di un mondo in cui tutto è gridato, tutto è grigio, tutto è arrabbiato, il tratto che fa sorridere e riporta un po’ di gentilezza è veramente un antidoto a questa cultura dell’urlo e delle rivendicazioni».
E a chi vede nel disegno del “superpope” una desacralizzazione della figura del Pontefice, il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione ricorda che «in fondo, Papa Francesco, fin dal primo momento si è presentato come un pastore, una guida che ha bisogno della preghiera del suo popolo, perché Dio lo possa benedire. Ha optato da subito per il tratto della prossimità, della vicinanza alle persone».