Avvenire
(Elena Molinari) «È difficile pensare a un altro Papa che abbia questo tipo d' impatto immediato sulla gente, una figura così simile a Cristo, un Papa della gente, che parla anche agli strati più secolarizzati e materialisti della popolazione». Michael Novak, il filosofo cattolico americano che ha coniato il termine «capitalismo democratico» mentre collaborava con Ronald Reagan nella lotta al socialismo sovietico, ha aspettato di vedere Francesco di persona prima di formarsi un' idea completa sul suo papato. «È successo lo scorso settembre a Washington». Racconti. Ero alla Basilica dell' Immacolata Concezione durante la Messa e sono stato colpito da un' atmosfera quasi soprannaturale. Questa folla enorme, anche all' esterno, era così assolutamente silenziosa e raccolta in preghiera che si potevano sentire le rondini volare. Penso che questo rispetto e devozione abbiano colpito Francesco, così come io e molti altri siamo stati colpiti dalla sua capacità di provocarle. Qual è oggi l' impressione che gli americani hanno del Papa? È molto forte e positiva, nonostante all' inizio Francesco abbia espresso giudizi non sempre positivi sull' economia americana e sulla diseguaglianza della nostra società. Ma l' America ha imparato a conoscerlo e ha apprezzato il tempo che ha passato negli Stati Unti. Credo che ci sia stata una scoperta reciproca e che il Papa adesso guardi agli Stati Uniti più attraverso la sua esperienza personale che attraverso il prisma della sua formazione in un Paese latinoamericano che ha uno sguardo sospetto sul potente vicino del Nord. I media americani insistono però nel volerne fare una figura controversa… Alcuni suoi critici non vorrebbero che parlasse liberamente, e la stampa toglie dal loro contesto le sue affermazioni per renderle più controverse. La mia risposta è che non vorrei vederlo più programmato. La sua spontaneità attrae. Ancora più magnetici sono i suoi gesti, il suo modo di avvicinarsi ai fedeli, il modo in cui guarda e tocca la gente, soprattutto i poveri. Questo lo rende incredibilmente popolare negli Stati Uniti e non solo fra i cattolici. In che senso? Ha fatto in modo che non credenti, ebrei, protestanti guardassero alla Chiesa cattolica in modo nuovo, con interesse. Papa Francesco ha colto con precisione quanto secolare sia il mondo di oggi e quanto poco la gente sappia della cristianità. E ha capito che per comunicare il nocciolo del cristianesimo a una società abituata alle notizie flash devi parlare di misericordia. Il Papa è stato geniale nell' andare diretto al cuore del messaggio di Cristo: la misericordia, che solo Dio può dare. Perché alcuni politici cattolici americani, come Jeb Bush, hanno pubblicamente respinto il suo messaggio? Penso che il Papa sia stato frainteso e giudicato troppo a sinistra. Ma nel suo discorso al Congresso ha sottolineato che la giustizia sociale non è solo responsabilità dello Stato, ma di tutte le forze della società civile: aziende, famiglie, associazioni di categoria, organizzazioni di volontari. La giustizia sociale è una manifestazione della sussidiarietà e il Papa lo ha sottolineato. Quali saranno gli effetti di questo papato sulla Chiesa americana? Negli Stati Uniti vedo almeno due generazioni di preti "di Giovanni Paolo II". Sono sacerdoti forti, intelligenti, molto preparati, che non hanno paura di sporcarsi le mani in società o di dire la loro in politica. È un fenomeno impressionante. Forse vedremo qualcosa di simile per Francesco fra qualche anno. Ma sarà un tipo diverso di prete. Il Papa parla di accoglienza dei migranti, un tema difficile nell' attuale contesto elettorale americano. Pensa che il suo appello sia stato capito? I nostri problemi sono diversi da quelli dell' Europa. Siamo già aperti all' immigrazione, lo siamo sempre stati. Accogliamo più immigrati di qualsiasi altro Paese, ne abbiamo bisogno e li integriamo. Il nostro problema è mantenere gli arrivi nell' ambito della legalità, mantenere ordine ai confini, prevenire le tragedie dei migranti irregolari. Il Papa invita senza sosta i leader mondiali a proteggere i cristiani perseguitati. È stato ascoltato in America? La persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in Africa è un grave scandalo. I leader politici americani non hanno fatto abbastanza per aiutarli, non certo quanto fecero per soccorrere quelli dell' Europa dell' Est. Alla vigilia di Natale del 1981 Ronald Reagan chiese agli americani di mettere una candela accesa alla finestra per la libertà religiosa in Polonia. Fu un grande gesto simbolico che catturò l' emozione della nazione. Non abbiamo visto una mobilitazione del genere in questi anni. Il Papa ha parlato con forza e con coraggio della necessità di agire. Ha chiamato la persecuzione con il suo nome: genocidio. L' opinione pubblica americana non l' ha ancora capito, ma potrebbe svegliarsi di fronte ai richiami del Papa. Come disse Winston Churchill, gli americani finiscono sempre per fare la cosa giusta, dopo aver provato a fare tutte le altre. Vale anche per il quadro politico attuale? Condivido le preoccupazioni di buona parte del mondo cattolico per l' avanzata di Donald Trump verso la nomination repubblicana. Ma se lo scontro a novembre fosse fra lui e Hillary Clinton sarei in difficoltà. Sappiamo che Clinton è al 100% pro aborto, pro matrimonio gay e che non difenderebbe l' obiezione di coscienza. Se vince, sarà nella posizione di nominare almeno tre giudici della Corte suprema, che influenzeranno pesantemente la giurisprudenza e la società americane per 30 o 40 anni. In coscienza, come cattolico non posso votare per lei.