mercoledì 23 marzo 2016

(a cura Redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla) L'Assemblea degli Ordinari di Terra Santa, nel suo comunicato conclusivo, conferma che il Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion, padre Pierbattista Pizzaballa, alla fine d'aprile concluderà il suo quarto mandato dopo dodici anni alla guida di una delle istituzioni più amate, significative e delicate del mondo cristiano. P. Pizzaballa, fu nominato Custode di Terra Santa per la prima volta nel maggio del 2004, e poi confermato per quattro mandati (in genere al massimo se ne possono fare due) riconoscendogli capacità non comuni come pastore, diplomatico, guida e organizzatore. E' ovvio che a 51 anni d'età, con l'esperienza e il prestigio che ha saputo conquistare al servizio dell'Ordine e della Chiesa, tra i cristiani di Terra Santa, non è plausibile che p. Pizzaballa vada in "pensione", anzi...
Allora cosa farà, o potrebbe fare ora padre Pizzaballa? Secondo diverse fonti autorevoli il frate appare come il più probabile successore dell'arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola che il 7 novembre compierà 75 anni essendo nato nel 1941 (Malgrate, Lecco), e dunque dovrà presentare la sua rinuncia. Si tratta, ovviamente di un ipotesi e se si vuole di una pura e semplice elucubrazione, che però non ci sembra così campata in aria. E' uno scenario non solo plausibile ma anche molto probabile allo stato attuale delle cose. Pochi, tra i possibili candidati, che non sono molti, hanno il curriculum del lombardo padre Piazzaballa, nato il 21 aprile 1965 a Cologno al Serio in diocesi e provincia di Bergamo.
La sua solida e riconosciuta ottima formazione è cominciata con i frati della provincia dell'Emilia Romagna, a cui ancora appartiene giuridicamente. E 'stato ordinato sacerdote il 15 settembre 1990 ed è entrato in servizio efficace della Custodia di Terra Santa nel 1999. Ha conseguito una laurea in teologia il 19 giugno 1990 presso la Pontificia Università Antonianum di Roma, completando i suoi studi presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, dove ha ottenuto la licenza in teologia biblica il 21 giugno 1993 e in seguito ha conseguito un master presso l'Università ebraica di Gerusalemme. È stato professore di ebraico moderno alla Facoltà Francescana di Scienze Bibliche e Archeologiche di Gerusalemme, e ha svolto un lavoro pastorale in la lingua ebraica con i fedeli del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Conosce diverse lingue. Durante la Visita di Papa Francesco in Terra Santa (24 - 26 maggio 2014), p. Pizzaballa ha prestato al Pontefice un aiuto prezioso: fare d'interprete nelle occasioni in cui Francesco ha parlato a braccio o ha avuto conversazioni improvvisate, fuori dal protocollo. Si ricorda ancora la visita a sorpresa, per un pranzo non previsto, di Papa Francesco il 26 maggio 2014 al Convento frncescano di San Salvatore accompagnato da padre Piazzaballa. Seduto ai tavoli del refettorio, come gli altri francescani presenti, il Papa ha pranzato insieme al Ministro Generale dell’Ordine francescano, Fra Michael Anthony Perry, al Nunzio Apostolico, Mons. Lazzarotto, al Patriarca di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal e al Custode di Terra Santa. Una «piccola» delegazione che ha consentito a tutti di godere della spontaneità e semplicità del momento. Anche alcuni frati anziani sono scesi dall’Infermeria per approfittare di questo incontro.
Il sito della Custodia ricorda: "Il Papa in un breve discorso ha ringraziato vivamente i frati per il loro lavoro rilevando che: «Si può dire, senza esagerare, che la Terra Santa è viva e, se ci sono comunità cristiane, è grazie a voi! ». Invitando poi i frati a continuare la loro vocazione con umiltà, ha condiviso un aneddoto: «Una volta l’Arcivescovo di Buenos Aires mi ha detto: ci sono dei preti che, quando passano per strada, si fanno interpellare e pure insultare; sentendosi dire di andare a lavorare. Al contrario, non si è mai sentito dire una cosa simile a uno di voi! ».
Era evidente l'ottima sintonia tra il Santo Padre e il Custode e quest'esperienza sicuramente consolidò un'amicizia e una fiducia precedenti che è stata confermata poi in Vaticano per la Giornata di preghiera per la pace in Medio Oriente, l'8 giugno, con la partecipazione del Patriarca Bartolomeo, dell'allora Presidente d'Isreale Shimon Peres e del Presidente della Palestina Abu Mazen.
Infine Milano è una diocesi che tra l'altro pone questioni specifiche e delicate nelle quali p. Pizzaballa ha grande esperienza pratica come uomo di dialogo e mediazione. Tra queste si possono ricordare il problema dei migranti, profughi e rifugiati, e  il rapporto con il complesso mondo islamico che lui conosce molto bene.
Da ricordare inoltre un piccolo rilevante particolare: padre Pizzaballa fu anche grande amico del cardinale Carlo Maria Martini, ex arcivescoo di Milano, al quale frequentò nel periodo 2002-2007 quando l'anziano porporato, già malato, visse  visse prevalentemente a Gerusalemme.

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Intervista - Padre Pizzaballa: “Stare con Cristo significa anche portare la croce” -  22 marzo 2016 (Riminiduepuntozero)
Dati relativi alla regione ecclesiastica lombarda (fonte: CEI)

Bergamo
Brescia
Como
Crema
Cremona
Lodi
Mantova
Milano
Pavia
Vigevano

Superficie in Kmq: 22.870
Abitanti: 9.722.917
Parrocchie: 3.064
Numero dei sacerdoti secolari: 4.675
Numero dei sacerdoti regolari: 1.426
Numero dei diaconi permanenti: 265
La Chiesa lombarda, che iniziò a strutturarsi intorno al III secolo, epoca in cui furono erette le prime diocesi, acquistò una precisa fisionomia nell´età di Ambrogio, vescovo di Milano, che estese la provincia ecclesiastica fino al distretto di Coira, oggi svizzero, lottò contro i culti pagani e contro l´arianesimo, pose le premesse per una definizione dei rapporti fra Chiesa e Impero e diede un forte impulso alla vita religiosa e monastica. L´autorità vescovile, rafforzata dall´opera di Ambrogio, fu determinante nei secoli successivi, quando la popolazione lombarda, atterrita dalle invasioni dei popoli barbarici, trovò nei suoi pastori l´unico aiuto. Lo spirito religioso delle genti si mantenne forte anche nelle vicende avverse e seppe conservarsi vivo nel tempo, dando frutti nelle opere di carità e manifestandosi nel fiorire della devozione popolare, soprattutto mariana, che permise il sorgere di oltre duecento santuari nella regione, ancora largamente frequentati.