Papa Francesco parlando sulla Cina ricorda Yalta ... quasi un monito
(a cura redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla - Francesco Gagliano) Nell'intervista che Papa Francesco ha rilasciato a Francesco Scisci per la testata di Hong Kong "Asia Times", proprietà di un gruppo israeliano-statunitense, vi sono numerosi spunti di riflessione sulla situazione del mondo. Tra questi ce n'è uno di particolare rilevanza, che ha il sapore di un vero monito. Si tratta, in concreto, del riferimento puntuale e preciso che il Papa fa a Yalta, meglio al cosiddetto "ordine mondiale" scaturito da Yalta dopo la Seconda guerra mondiale.
Papa Francesco sottolinea: "Il mondo occidentale, il mondo orientale e la Cina hanno tutti la capacità di mantenere l’equilibrio della pace e la forza per farlo. Dobbiamo trovare il modo, sempre attraverso il dialogo; non c’è altra via (allarga le braccia come per abbracciare). L’incontro si ottiene attraverso il dialogo. Il vero equilibrio della pace si realizza attraverso il dialogo. Dialogo non significa che si finisce con un compromesso, mezza torta a te e l’altra mezza a me. È quello che è accaduto a Yalta e abbiamo visto i risultati. No, dialogo significa: bene, siamo arrivati a questo punto, posso essere o non essere d’accordo, ma camminiamo insieme; è questo che significa costruire. Volendo essere ancora più preciso ed esplicito il Papa aggiunge: "E la torta rimane intera, camminando insieme. La torta appartiene a tutti, è umanità, cultura. Tagliare la torta, come a Yalta, significa dividere l’umanità e la cultura in piccoli pezzi. E la cultura e l’umanità non possono essere tagliate in piccoli pezzi. Quando parlo di questa grande torta parlo in senso positivo. Tutti possono influire sul bene comune di tutti (il Papa sorride e chiede: «Non so se l’esempio della torta è chiaro per i cinesi». Annuisco NDR)."
In queste parole del Papa c'è una grande consapevolezza che buona parte del mondo, dei governi, popoli e istituzioni, sembra aver dimenticato, e cioé la spartizione del mondo in aree d'influenza appartenenti alle allora superpotenze vincitrici del secondo conflitto mondiale e ai loro alleati più vicini. Dal 1945 fino allo scioglimento dell'Unione sovietica e alla caduta del Muro di Berlino il mondo, i popoli, sono stati governati in base al principio della spartizione sancito a Yalta che dava a ciascuna superpotenza potere di vita e morte su milioni di persone. A questo proposito come non ricordare che in quella conferenza Churchill passò sotto il tavolo - per non essere visto da Roosevelt - un piccolo appunto a Stalin in cui domandava come "dividersi" alcuni paesi dell'Europa centrale e balcanica, insomma come "spartirsi la torta". La risposta di Stalin fu esemplificativa dell'ordine mondiale che stava per sorgere: "fifty fifty". Va ricordato che la spartizione avvenne in base a vere e proprie percentuali di controllo, esercitato dei due blocchi vincitori, dei nascituri governi post bellici.
L'unico dialogo esistente era il compromesso e la deterrenza. Comandavano sostanzialmente due: Mosca e Washington, tutti gli altri erano semplici pedine nella scacchiera dell'ordine imposto nel 1945 a Yalta. C'era un cortile per gli Stati Uniti e c'era un cortile per l'URSS. Là dove la spartizione non era chiara i Paesi e i popoli venivano usati per farsi la guerra "per procura"; guerra dove, come diceva l' arcivescovo salvadoregno Rivera y Damas, le superpotenze fornivano le armi e i popoli mettevano a disposizione i morti. La "terza guerra mondiale a pezzi" su cui avverte Papa Francesco è un insidioso panorama che potrebbe rieditare questa spartizione, con un'aggravante comparsa da poco sulla scena mondiale: la rete del terrorismo.
Papa Francesco sottolinea: "Il mondo occidentale, il mondo orientale e la Cina hanno tutti la capacità di mantenere l’equilibrio della pace e la forza per farlo. Dobbiamo trovare il modo, sempre attraverso il dialogo; non c’è altra via (allarga le braccia come per abbracciare). L’incontro si ottiene attraverso il dialogo. Il vero equilibrio della pace si realizza attraverso il dialogo. Dialogo non significa che si finisce con un compromesso, mezza torta a te e l’altra mezza a me. È quello che è accaduto a Yalta e abbiamo visto i risultati. No, dialogo significa: bene, siamo arrivati a questo punto, posso essere o non essere d’accordo, ma camminiamo insieme; è questo che significa costruire. Volendo essere ancora più preciso ed esplicito il Papa aggiunge: "E la torta rimane intera, camminando insieme. La torta appartiene a tutti, è umanità, cultura. Tagliare la torta, come a Yalta, significa dividere l’umanità e la cultura in piccoli pezzi. E la cultura e l’umanità non possono essere tagliate in piccoli pezzi. Quando parlo di questa grande torta parlo in senso positivo. Tutti possono influire sul bene comune di tutti (il Papa sorride e chiede: «Non so se l’esempio della torta è chiaro per i cinesi». Annuisco NDR)."
In queste parole del Papa c'è una grande consapevolezza che buona parte del mondo, dei governi, popoli e istituzioni, sembra aver dimenticato, e cioé la spartizione del mondo in aree d'influenza appartenenti alle allora superpotenze vincitrici del secondo conflitto mondiale e ai loro alleati più vicini. Dal 1945 fino allo scioglimento dell'Unione sovietica e alla caduta del Muro di Berlino il mondo, i popoli, sono stati governati in base al principio della spartizione sancito a Yalta che dava a ciascuna superpotenza potere di vita e morte su milioni di persone. A questo proposito come non ricordare che in quella conferenza Churchill passò sotto il tavolo - per non essere visto da Roosevelt - un piccolo appunto a Stalin in cui domandava come "dividersi" alcuni paesi dell'Europa centrale e balcanica, insomma come "spartirsi la torta". La risposta di Stalin fu esemplificativa dell'ordine mondiale che stava per sorgere: "fifty fifty". Va ricordato che la spartizione avvenne in base a vere e proprie percentuali di controllo, esercitato dei due blocchi vincitori, dei nascituri governi post bellici.
L'unico dialogo esistente era il compromesso e la deterrenza. Comandavano sostanzialmente due: Mosca e Washington, tutti gli altri erano semplici pedine nella scacchiera dell'ordine imposto nel 1945 a Yalta. C'era un cortile per gli Stati Uniti e c'era un cortile per l'URSS. Là dove la spartizione non era chiara i Paesi e i popoli venivano usati per farsi la guerra "per procura"; guerra dove, come diceva l' arcivescovo salvadoregno Rivera y Damas, le superpotenze fornivano le armi e i popoli mettevano a disposizione i morti. La "terza guerra mondiale a pezzi" su cui avverte Papa Francesco è un insidioso panorama che potrebbe rieditare questa spartizione, con un'aggravante comparsa da poco sulla scena mondiale: la rete del terrorismo.