Turchia
(a cura Redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla) Oggi, com'era prevedibile secondo il modello mediatico turco (già conosciuto nel caso di Ratisbona), dopo una teoria di attacchi, critiche e offese a Papa Francesco perché parlò giorni fa del "genocidio armeno", il Presidente turco Erdogan ha detto - "incoronando" la strategia comunicativa - che se agli storici se sostituiscono i politici e i leader religiosi non si arriverà mai a capire e percepire i fatti della storia (e cioè, in questo caso, il genocidio armeno). E' "delirio" dice Edogan. Va benissimo. Lo aveva detto già il Papa con queste parole: "Nell’amore per la verità e la giustizia, a risanare ogni ferita e ad affrettare gesti concreti di riconciliazione e di pace tra le Nazioni che ancora non riescono a giungere ad un ragionevole consenso sulla lettura di tali tristi vicende."
Dietro le dure parole di Erdogan si prospettano alcune vie di uscita per il pasticcio turco creato proprio dai politici che vogliono prendere il posto degli storici. E anche qui va benissimo.
C'è però da ricordare alcuni deliri dei politici quando vogliono riscrivere la storia secondo i gusti personali.
Il 15 novembre 2014 il Presidente Erdogan dichiarò che "l’America non è stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492 ma da marinai musulmani più di tre secoli prima, tanto che il navigatore genovese, veleggiando davanti a Cuba, poté addirittura scorgere una moschea in lontananza".
Erdogan, però non ha fornito citazioni storiche per avvalorare la sua tesi. "Nei suoi diari - ha affermato Erdogan - Colombo ha fatto riferimento alla presenza di una moschea sulla cima di una montagna a Cuba". Secondo quanto aveva riferito il quotidiano "Hurriyet", ci sono studiosi che sostengono la tesi dell’esistenza di una moschea pre-colombiana a Cuba.