lunedì 10 febbraio 2014

Benedetto XVI - la rinuncia
(a cura Redazione "Il sismografo")
In occasione del primo anniversario della rinuncia di Papa Benedetto XVI (11 febbraio 2013 - 11 febbraio 2014) abbiamo interpellato diversi vaticanisti con questa domanda: A un anno di distanza dalla rinuncia di Papa Ratzinger e dei fatti successivi quale considerazione fondamentale ti senti di fare, quella che ritiene la più rilevante? Ecco la risposta di: 
Marco Tosatti 
Credo che gli otto anni di Benedetto XVI siano stati fondamentali. Il suo lavoro – oscuro, ingrato, e sicuramente pochissimo percepito e valorizzato dai mass media – di ripulitura dall’interno della Chiesa di non pochi suoi membri deboli o scarsamente capaci (una novantina di vescovi, e centinaia e centinaia di sacerdoti) ha permesso alla Chiesa di presentarsi al mondo con un aspetto nuovo.
La recente polemica scatenata dal rapporto dell’Onu lo dimostra: le accuse, o molte di esse, erano datate, proprio grazie al lavoro di Benedetto.
Ma il suo regno – che per me è stato un seguito, senza soluzione di continuità reale con il pontificato di Giovanni Paolo II – ha permesso alla Chiesa e ai cardinali, certamente scossi dalla scomparsa, ormai nove anni fa, di quel gigante umano e religioso che è stato papa Wojtyla, di respirare, e cercare di dare inizio a un reale “dopo Wojtyla”. Con quanta saggezza e fortuna, sarà il tempo a dirlo. Ripeto quello che già mi sono trovato a dire in tempi non sospetti: che la lealtà e la bontà di Benedetto XVI, e la sua sfortuna nella scelta di alcuni collaboratori diretti gli hanno impedito di proseguire su una strada da cui certamente la Chiesa aveva tratto beneficio.